Instagram loves Piemonte: i 4 borghi più instagrammabili secondo Dire Fare Mole

Dicesi instagrammabile un ambiente bello da fotografare, colorato, equilibrato ma particolare, con alcuni tratti distintivi che lo rendono unico e soprattutto riconoscibile. Per farla più facile, un posto fotogenico secondo i canoni di Instagram, il social visual più noto ed utilizzato di cui sono una grandissima fruitrice.

Ormai il concetto di instagrammabilità è ampiamente sdoganato, cari lettori. Scommetto che anche i meno social addicted fra di voi ne abbiano comunque sentito parlare, o ne abbiano letto da qualche parte. Ad esempio, in articoli su quotidiani nazionali (vedi La Stampa) famosi blog di famose testate (vedi Casa Facile ), o meno famosi blog locali (come, ehm, Dire Fare Mole in questo articolo qui).

Dopo avervi parlato degli angoli torinesi più instagrammabili nel 2017, vi porto ora in giro per il Piemonte più instagrammabile. Dal nord della Regione al confine con la Liguria, dalle Langhe alle Alpi, ogni scenario vi farà venire voglia di prendere il vostro smartphone. E fare clic & share!

Orta San Giulio

Senza dubbio il lago più romantico del Piemonte – e secondo alcuni, fra cui la sottoscritta, d’Italia – l’Orta è circondato da montagne che lo separano da una parte dalla Valsesia e dall’altra dal lago Maggiore. Questo piccolo specchio d’acqua placido e silenzioso a forma di goccia ha una minuscola isola, San Giulio, occupata quasi interamente da un monastero, e numerosi paesini che riflettono i loro colori e i loro campanili svettanti nelle onde cusiane. Gozzano, Pella, Pettenasco, Omegna, tutti meritano una sosta. Ma Orta San Giulio, è lì che getterete il vostro cuore e lo consegnerete per sempre alla magia del lago. Non ci credete? Andate e mi direte. Da quando ho visto per la prima volta Orta San Giulio, ogni anno mi assale quello che io definisco “il mal d’Orta”, ovvero un impellente bisogno di rivedere questo posto. Il perché è molto semplice: il paese racchiude in poche vie tesori su tesori, scorci indimenticabili, palazzi storici e localini deliziosi.

orta

Tappe imperdibili? Piazza Motta, il suo Broletto Medievale e l’approdo per le barche che vanno e vengono dall’isola di San Giulio, l’ampia via in salita che conduce alla parrocchiale di Santa Maria Assunta attorniata da alcune delle più antiche dimore nobiliari del borgo (come Palazzo Gemelli e Palazzo De Fortis Penotti), la bella Villa Bossi sede comunale con lo splendido giardino affacciato sulle acque, il Sacro Monte patrimonio Unesco. E una piccola chicca golosa: la pasticceria cioccolateria Idea Dolce, situata nel cortiletto di una casa d’epoca nella stretta e centrale via Olina.

Neive

Le Langhe, ah le Langhe! Rifugio ideale per una coppia innamorata come per una tavolata festante di amici, patria del buon bere, del tartufo bianco, di scrittori e poeti. E di borghi dotati della più perfetta instagrammabilità! Citarne solo uno è difficile. Ogni paese delle Langhe è potenziale soggetto di ritratti mozzafiato, dove l’unione fra collina e cielo diventa poesia. Ma Neive, definito dall’Unesco come parte della Langa del Barbaresco, ha dalla sua parte una storia millenaria importante e caratteristiche architettoniche che lo rendono unico. Fondato in epoca romana dalla gens Naevia in un luogo prossimo ad un’arteria della via Emilia Scauri che collegava Vado Ligure a Tortona, Neive si arrampica sopra una collina in un susseguirsi concentrico di viuzze medievali, palazzi in cotto e deliziose vinerie arrivando sino alla Torre dell’Orologio, simbolo dell’antico potere civico della cittadina. Altro fulcro è piazza Italia, di stampo settecentesco, sede sia del vecchio palazzo municipale che dell’attuale, ovvero Palazzo Borgese.

neive

Trovandoci nella cosiddetta zona dei quattro vini – Barbaresco, Barbera d’Alba, Dolcetto d’Alba, Moscato d’Asti – è d’obbligo la sosta in una cantina: la principale si trova all’interno del castello cittadino, proprietà della famiglia Stupino che gestisce l’omonima azienda agricola.
I colori e l’atmosfera di Neive mi hanno ricordato alcuni scorci di paesini provenzali, dove ci si dimentica del tempo e tutto scorre lentamente. Sarà per questo che mi è piaciuto così tanto?

Usseaux

Di Usseaux vi avevo narrato in un vecchio articolo del settembre 2016. Ritorno volentieri a scrivere di questo comune montano della Val Chisone perchè, oltre ad essere super instagrammabile, è una di quelle mete del Piemonte che meriterebbero molta più visibilità, per via della sua bellezza e dei numerosi riconoscimenti che si è aggiudicata negli ultimi anni. Uno dei Borghi più Belli d’Italia, Comune Fiorito, Bandiera Arancione del Touring Club, insomma un palmares di tutto rispetto per un paesino montano di appena 190 abitanti.

usseaux

Il paese di Usseaux è formato da quattro borgate, ognuna con una sua caratteristica peculiare che la identifica – Laux, Balboutet, Fraisse, Pourrieres – e dal capoluogo, dove non si può fare a meno di immortalare la miriade di murales presenti sulle facciate delle abitazioni di pietra e legno tipiche delle Alpi. Antichi mestieri, attimi di vita ad alta quota, gattini curiosi: i dipinti sono pagine di muratura da sfogliare passeggiando con lentezza fra le ripide vie del borgo, in un saliscendi piacevole in cui ci si dimentica la fatica. Una volta finito il giro, alzate lo sguardo. Le alte cime delle montagne, ora innevate, ora puntinate di verde o di giallo oro, vi saluteranno con la loro voce immortale. E vi faranno capire che certe cose non si possono fotografare, ma solo vivere. Magari davanti ad un piatto di calhiette, ricetta della tradizione valdese a base di patate, salsiccia, cipolla, burro e formaggio.

Ormea

Ogni piemontese sa che il viaggio in macchina verso la Liguria di Ponente, che sia estivo o fuori stagione, ha due modalità principali, ciascuna con una nutrita (e anche accanita!) tifoseria: un #TeamAutostrada e un #TeamColleDiNava. Ebbene, io e il #DireFareMarito, amanti di tutto ciò che è slow – tralasciando la passione smodata del consorte per la Formula1, ma questa è un’altra storia – militiamo per la maggior parte delle volte nella seconda squadra. Cosa che ci ha fatto scoprire negli anni alcuni posti incantevoli di cui non avevamo assoluta conoscenza.

ormea

Ormea è una delle nostre tappe preferite lungo la strada statale che conduce verso Imperia, un comune che ebbe grande risonanza turistica a livello europeo nel 1800 grazie alla ferrovia che la collegava a Ceva e ne rendeva facile il raggiungimento, e tracce di quel periodo d’oro si possono ancora leggere sui muri dei suoi palazzi d’epoca. Poche curve separano la tranquilla cittadina piemontese dell’Alta Val Tanaro dal confine ligure segnato dal Colle di Nava, e le influenze dei due territori confluiscono nella parlata locale così come nell’architettura – vi dicono niente i caruggi? – e nella cucina, esempio di contaminazione perfetta fra piatti sabaudi e pietanze che ricordano il mare. A proposito di cucina, qui si mangia davvero, davvero, davvero bene. Due indirizzi da segnare in agenda: Ristorante La Via del Sale, in viale Cagna, e Trattoria La Curva, in frazione Ponte di Nava.

[photo credits: Dire Fare Mole]

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