Ogni città ha il suo castello e Torino non è da meno. Monsù e Madamin, benvenuti a Palazzo Reale. Siamo in piazza Castello, centro nevralgico della città e del cosiddetto centro del potere sabaudo, casa di re e regine, duchi e vescovi, di tutti coloro che scrissero la storia di questa piccola, antica capitale.
Palazzo Reale, inserito nel sito collettivo delle Residenze dei Savoia poste sotto tutela Unesco, si presenta come una costruzione imponente e regolare, con un corpo centrale e due padiglioni laterali affacciati su una piazzetta lastricata. Il colore è il tipico bianco panna elegante degli edifici torinesi, un bianco luminoso che si intona bene sia con le giornate di sole, quando diventa ancor più rilucente, sia con quelle brumose, quando spezza con morbida raffinatezza il grigio autunnale. A Palazzo si entra varcando uno dei luoghi simbolici della città sotto il punto di vista esoterico – che ci crediate o no, la fama di Torino città magica è incontestabile – ed è il maestoso cancello ottocentesco vegliato dalle statue dei Dioscuri, i gemelli Castore e Polluce. Pensate, fino al 1800 il cancello non esisteva: al suo posto per secoli c’è stato un muro porticato, con una balconata da cui i Savoia si affacciavano durante le grandi occasioni, un po’ come i Windsor a Buckingham Palace! Proprio qui si dice sia situato il fulcro del polo bianco torinese, da dove l’energia positiva si concentra ed irradia tutta intorno. Verità o leggenda? Sta di fatto che è impossibile non provare benessere davanti a tanta secolare bellezza.
Una secolare bellezza che ha origine formalmente verso la fine del 1500, periodo in cui si iniziarono i lavori che nel tempo diedero il risultato ancora osservabile ai giorni nostri, un trionfo di solennità come si confà ad un castello reale. Ma prima qui non c’era il vuoto: Palazzo Reale sorge nello spazio dove per secoli ha avuto casa il Vescovo, massima carica nella Torino medievale. I Savoia stavano poco più in là, in quello che ai tempi veniva chiamato Castello e ora noto come Palazzo Madama. Il fautore del trasloco è stato Emanuele Filiberto, il duca Testa di Ferro rappresentato in sella al Caval d’Brons in piazza San Carlo. Emanuele Filiberto è ricordato come colui che per primo diede a Torino status e aspetto di una capitale, trasferendo la propria corte da Chambéry alla città piemontese nel 1563. Ritenendo più consono ad un duca alloggiare nel grande palazzo del vescovo piuttosto che nell’angusto maniero che era ai tempi Palazzo Madama, ecco che Palazzo Ducale, divenuto poi Reale, inizia a vestirsi di magnificenza.
Visitare Palazzo Reale equivale a passeggiare nella storia di Torino. Attraversata piazzetta Reale, eccoci in un cortile dove si trova l’accesso al grande scalone fatto costruire da Carlo Alberto nel 1862 su progetto di Pelagio Pelagi, un monumentale ingresso con affreschi che celebrano episodi significativi della storia della dinastia sabauda. Al primo piano, noto anche come Piano Nobile, una successione di ambienti aulici, come la Sala del Trono e la Galleria del Daniel, dal nome dell’austriaco Daniel Seyter che la affrescò ispirandosi alla Galleria degli Specchi di Versailles. Al secondo piano si accede salendo lungo la Scala delle Forbici, mirabolante capolavoro juvarriano che sembra quasi galleggiare in aria senza fondamenta. Una volta raggiunto il piano, troviamo gli appartamenti del Principe di Piemonte, dedicati nei secoli ai vari primogeniti della famiglia reale. Il complesso è dal 2016 riunito in un’unica realtà istituzionale che prende il nome di Musei Reali, comprendente diversi musei ospitati negli ambienti del castello. Con un solo biglietto si può accedere all’Armeria Reale, alla Galleria Sabauda, al Museo di Antichità, e dal 30 settembre prossimo, dopo quasi trent’anni di chiusura, anche alla Cappella della Sindone, capolavoro del Guarini. Imperdibile come in ogni dimora che si rispetti è il parco che la circonda. I Giardini Reali sono stati oggetto di un lungo periodo di ripristino e sono recentemente stati riaperti al pubblico, rivelando dopo anni di abbandono tutta la loro rigogliosa bellezza. Progettati nel ‘600 sull’esempio dei parchi francesi, vennero ampliati e resi magnifici con l’aggiunta di scenografiche fontane e giochi d’acqua.
E se sentiamo un certo languorino dopo tutto questo ammirare e camminare? Niente panico: poco distante dalla biglietteria, possiamo concederci una merenda sabauda presso la Caffetteria di Palazzo Reale, bevendo un Bicerin circondati dalle porcellane di casa Savoia che occhieggiano dalle alte vetrinette alle pareti. I locali della Caffetteria occupano infatti quelli dell’antico Servizio di Frutteria, citato nei documenti di archivio dal XVIII secolo. Un museo nel museo.
Sito: www.museireali.beniculturali.it/palazzo-reale/
[photo credits: Dire Fare Mole]
Io ci passo davanti tutti i giorni e spesso mi capita di fermarmi ad ammirarlo. Avrò un centinaio di foto di Palazzo Reale. Al’è proprj bel!
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Anche io, so che sono ripetitiva a volte ma ci sono dei soggetti sabaudi che non posso non fotografare a cottimo!
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