I Fuori porta di Dire Fare Mole: 3 itinerari per dare il benvenuto all’Estate

Amici sabaudi, il momento tanto atteso è arrivato. Il solstizio e la festa di San Giovanni sono i chiari segni che sì, l’Estate è finalmente approdata a Torino. Ed Estate fa rima con gita fuori porta, non importa se sia al lago, in montagna, al mare. L’importante è scrollarsi di dosso la pigrizia del dolce dormire primaverile, prendere per mano la propria metà o scrivere sul gruppo whatsapp della comitiva di amici e partire, anche solo per 24 ore, verso posti che fanno bene all’anima.

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Vista su Barbaresco (CN)

Dire Fare Mole, lo sapete, è fan sfegatata dei fuori porta dietro l’angolo, del viaggio breve ma non per questo meno prezioso. Valichi alpini dalla storia millenaria, camminate lente fra vigne e panchine (rigorosamente giganti!), distese di lavanda stile provenzale: ecco tre mete vicine ideali per i vostri fine settimana accarezzati dal sole.

Sugli antichi passi

Trovo che il periodo estivo sia il momento migliore per vivere appieno le nostre Alpi. L’assenza di neve rende l’ambiente montano più fruibile e soprattutto consente l’accesso a zone che in inverno sono precluse, zone che proprio per questo hanno conservato quel particolare fascino primordiale che tanto mi piace. Ve ne suggerisco due, una fra il Piemonte e la Francia, l’altra in Valle d’Aosta, adatte sia per una gita di un giorno che per un week-end all’insegna della natura incontaminata. La prima meta è il valico del Moncenisio, formalmente in territorio francese dal secondo dopoguerra, geograficamente e tradizionalmente piemontese. Della sua storia millenaria – che l’ha visto protagonista di celebri passaggi di personaggi ancor più celebri come Carlo Magno e Napoleone – vi avevo raccontato agli albori del blog. Il Moncenisio è situato su un altopiano a 2083 metri s.l.m. dove si trova un lago artificiale formato da una diga, dalle acque azzurre che più azzurre non si può; intorno, i segni di antropizzazione sono ridotti al minimo. Qua e là qualche resto di fortificazione, tracce di un antico villaggio, una pittoresca piramide-chiesa. Tutto intorno, un paesaggio quasi lunare che difficilmente dimenticherete. Ideale per un pic-nic ad alta anzi altissima quota, con il sottofondo dei fischi delle marmotte (e i rombi delle moto che transitano in cerca di curve da brivido!).

Chi ha più tempo a disposizione può scegliere di esplorare uno dei passi alpini della nostra “vicina di casa” Valle d’Aosta, ovvero il colle del Piccolo San Bernardo, raggiungibile da giugno ad ottobre. Vi avviso, se siete allergici alle strade impervie questo non è il posto che fa per voi. Ma posso assicurarvi che, stringendo i denti come ho fatto io e se siete/avete un guidatore prudente e paziente come il #direfaremarito, arriverete dinnanzi ad uno spettacolo che vi lascerà senza fiato. Il Piccolo San Bernardo è posto sulla strada che collega la cittadina aostana di La Thuile – poco sopra la località termale di Prè-Saint-Didier – con la francese Val d’Isère, e custodisce inestimabili testimonianze archeologiche. Suggestivo è il cromlech, cerchio di pietra risalente al Neolitico, così come le fondamenta diroccate di una mansio romana, segni che ci fanno capire l’importanza del colle come via di comunicazione nei secoli passati. Dopo aver visitato le vestigia storiche prendetevi il tempo di perdervi fra i pendii, osservando la moltitudine di fiori ed erbe spontanee, e fatevi scompigliare i capelli dal vento dispettoso che soffia in riva al lago Verney, uno dei maggiori dell’intera Valle d’Aosta con i suoi 20,30 ettari di superficie.

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Lago Verney (AO)

Wine trekking e Panchine (Giganti)

Gli assidui lettori di riviste e siti di viaggi avranno di certo sentito parlare del wine trekking, itinerari a piedi in mezzo ai vigneti che stanno spopolando anche qui in Piemonte. D’altra parte, una Regione che racchiude ben tre territori vitivinicoli nominati dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità non poteva esimersi dal fenomeno! Langhe, Roero e Monferrato hanno declivi splendidi che ben si prestano ad essere percorsi con passi dolci ma decisi, ricoperti da vigne cangianti a seconda delle stagioni, densi di storia e storie pronte ad essere svelate.

Sono diversi gli itinerari di wine trekking sparsi fra Basso Piemonte e Liguria, ognuno con una sua particolarità e un suo filo conduttore, alcuni più brevi altri più impegnativi. Nelle mie peregrinazioni nel web ho trovato un sito davvero interessante che vi invito a consultare per conoscere a fondo tutti i tragitti tematici, comprensivi di chilometri di percorrenza, durata e mappe da scaricare. Una destinazione per territorio? Il trekking tra le Rocche del Roero da Bra a Cisterna d’Asti, passando per le particolari erosioni delle colline causate dalla cattura del Tanaro milioni di anni fa (34 km), il trekking del Barolo (17 km) partendo dal centro di Monforte d’Alba alla scoperta dei vigneti del più pregiato dei vini di Langa, e per il Monferrato il trekking delle Chiese Romaniche, da Asti a Castelnuovo Don Bosco fra antiche pievi lungo la via Francigena. Desiderate mixare paesaggio, sport e colore? Allora organizzate un itinerario ad hoc raggiungendo le variopinte Panchine Giganti, adagiate sui punti panoramici di molte località collinari. Le Panchine Giganti del Big Bench Community Project, ideate dal designer  americano Chris Bangle residente a Clavesana dal 2009, hanno raggiunto in pochi anni il considerevole numero di 49 installazioni. E per i veri cacciatori di Panchine c’è lo speciale passaporto su cui fare apporre il timbro di ogni Panchina scalata.

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Panchina Gigante di Tenuta Tamburnin, Castelnuovo Don Bosco (AT)

Lavanda, lavanda ovunque

Avete presente – e sicuramente ce le avrete – quelle infinite distese di lavanda in Provenza, simili a dei tappeti viola e così tanto “instagrammabili”? Bene, ora vi svelo un segreto: non ce ne vogliano i cugini francesi, ma non occorre fare un viaggio oltralpe per tuffarsi nei campi di viola vestiti (e fare magnifiche foto!). Sarete sorpresi nello scoprire che è sufficiente spostarsi di poco dalla nostra Torino per andare a caccia di lavanda. Numerosi sono infatti gli itinerari fra l’Alta Langa e le vallate alpine dove la profumata pianta con tipica infiorescenza a spiga la fa da protagonista.

Il periodo migliore per percorrere le strade della lavanda va da giugno ad agosto. Una delle piccole capitali del fiore lilla è Demonte, comune situato nella cuneese Valle Stura. A Demonte la lavanda è definita izòp, come da tradizione occitana, e da sempre costituisce per il paese un’importante risorsa produttiva sebbene in misura minore rispetto al passato; è tuttora attiva la Distilleria Rocchia fondata nel 1800 da Giuseppe Rocchia e dotata già all’epoca di ingegnosi processi di distillazione, che sfruttavano l’iniezione diretta di vapore, un metodo più rapido e rispettoso delle qualità organolettiche dell’olio essenziale. Spostandoci verso le Langhe ecco Sale San Giovanni, minuscolo borgo a due passi dalla Liguria invaso dal colore e dal sentore soave della lavanda (per saperne di più, leggete il bellissimo articolo della mia amica travel blogger Viaggiare con Serendipità). Per finire, inoltrandosi nell’entroterra del Ponente Ligure, fate una sosta al Colle di Nava, culla della rinomata lavanda Coldinava, contesa dalle distillerie della zona per la sua ottima qualità. Se invece volete stare più vicino alla città, non perdetevi il campo di lavanda più…reale che ci sia! È quello all’interno del Parco di Stupinigi adiacente alla Palazzina di Caccia sabauda. Lo trovate in regione Vicomanino, nei pressi del b&b La Dimora di ArtemideOppure veleggiate verso il Monferrato, a Castelnuovo Don Bosco appena dopo il confine fra la provincia di Torino e quella di Asti, e tuffatevi nel viola del campo di lavanda di Cascina Gelosia (https://www.facebook.com/Lavanda-Cascina-Gelosia).

lavanda
Lavanda

[photo credits: Dire Fare Mole]

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