Da sempre, l’essere umano è affascinato dal concetto di confine. Confine fisico che diventa simbolo di confine interiore, confine da oltrepassare per cercare qualcosa di nuovo, per cercare (forse) noi stessi. Ma prima del confine, cosa c’è? Qualcosa di altrettanto profondo, bello, significativo, qualcosa che – erroneamente – viene spesso sottovalutato. Dire Fare Mole non è diventata filosofa con l’avvento dell’anno nuovo, state tranquilli cari lettori! La riflessione nasce da un fuori porta che attendevo da tempo e che finalmente, agli sgoccioli del 2017, sono riuscita a concretizzare, un fuori porta dove il concetto di “al di qua del confine” è colonna portante ed essenza.
Un anno fa avevo avuto conosciuto attraverso i social il team di Case Piemontesi, associazione turistica della Val d’Ossola. Ho iniziato ad appassionarmi alla loro realtà di terra di confine seppur da lontano, sognando di visitare quei territori dell’ estremo nord del Piemonte allungato verso la Svizzera, sfiorato dai laghi Orta e Maggiore. Domodossola e le sue valli, che magia: posti turisticamente non affollati, ancora selvaggi e fieramente decisi a restarlo. Spazi affini alla mia anima, che rifugge i cammini già tracciati e desidera andare oltre l’ovvio. Anche allontanandosi di poco da casa.
La terra dalle sette valli
Valli Vigezzo, Anzasca, Formazza, Bognanco, Divedro, Antigorio e Antrona. Sono le sette valli che si diramano dalla centrale Val d’Ossola, territorio alpino di grande fascino appartenente all’ultimo lembo del Piemonte settentrionale. Siamo nella provincia del Verbano Cusio Ossola. Lasciati i laghi alle nostre spalle, ci addentriamo in un piccolo mondo fatto di alte vette come la Punta Nordend e le cime del massiccio del Monte Rosa, di parchi naturali incontaminati – tre regionali e uno Nazionale, quello della Val Grande – di storie di transito con protagonista il vicino Passo del Sempione. Qui inizia e finisce l’Italia, in un concetto eterno di continuità.
Rocce, boschi e acqua. La Val d’Ossola è attraversata da nord a sud dal fiume Toce, che la percorre dalla piana di Riale al Lago Maggiore, dove si tuffa nei pressi del Golfo Borromeo. Il Toce dà vita alla cascata omonima situata nel comune di Formazza, una cascata da Guinness dei Primati: con i suoi 143 metri, è infatti la più alta non solo d’Italia bensì dell’ intera Europa. Acqua come fiumi, come cascate, come terme. Le località ossolane di Premia e Bognanco ospitano due suggestivi centri termali in cui potersi rilassare godendo di tutti i benefici delle loro acque; e poi, vogliamo mettere la vista sulle montagne?
Davanti al caminetto
Io e il #direfaremarito abbiamo soggiornato in un b&b speciale dal nome speciale (e azzeccato), inserito nel circuito di Case Piemontesi. La prima impressione che ho avuto varcando la soglia di Dove Comincia la Bella Italia è stata quella di sentirmi a casa. Sarà che io e Liliana, la proprietaria, ci conoscevamo già via social, o per la tisana di benvenuto bevuta accanto al caminetto scoppiettante, sta di fatto che non mi sembrava di essere ospite, ma amica. Liliana e Tiziano sono una coppia scoppiettante come il loro caminetto: amanti dei viaggi e della natura, ci hanno raccontato di quando hanno deciso di comprare la vecchia struttura della latteria di Cuzzego, frazione di Beura Cardezza, per farla diventare la loro abitazione e destinarne una parte all’ospitalità turistica. E ci hanno raccontato di come gli ossolani si sentano poco piemontesi, sia per tradizione storica – il territorio dell’ Ossola ha seguito per secoli le vicende di Milano – che per una lontananza geografica e mentale dal capoluogo Torino. Un vero peccato, ed è un peccato ancora più grande che la stragrande maggioranza dei torinesi non conosca questa bellissima terra. Rimedierete presto amici sabaudi, vero?
Liliana è una campionessa di sorrisi e soprattutto di colazioni, una delle migliori e più abbondanti che io abbia mai trovato in un b&b (giuro che era solo per due e giuro che non abbiamo mangiato tutto, anche se la tentazione c’era!), Tiziano con la sua pacatezza tipica di chi è nato fra i monti ci ha consigliato itinerari e ristoranti. Due giorni sono davvero pochi per assaggiare tutto, in senso reale e metaforico, e sicuramente torneremo qui dove comincia la bella Italia, per proseguire la nostra scoperta.
D di Domodossola
Se vi dico Domodossola, cosa vi viene in mente? Certamente la celebre frase “D di Domodossola”, adottata dall’alfabeto fonetico italiano e ricordo d’infanzia di quando guardavamo “La Ruota della Fortuna” con Mike Bongiorno. Se si doveva comprare una consonante e se quella consonante era la D, non poteva che essere di Domodossola. Ma la deliziosa cittadina ai piedi delle montagne, centro nevralgico della Val d’Ossola, penso meriti una fama diversa, perché è davvero uno scrigno di bellezza. Fondata dai Leponzi con il nome di Oscella, conquistata dai Romani che la elevarono a municipio, Domodossola ha un bellissimo centro storico costellato di edifici tardo medievali, con la piazza del Mercato come fulcro. Chiamata anche salotto della città (vi ricorda qualcosa, torinesi?), piazza del Mercato ha una cornice di splendidi palazzi dalle logge sporgenti sotto cui scorrono i portici quattrocenteschi con colonne di granito. Il nome la dice lunga sulla sua attività principale: la piazza ospita dal lontano 917 d.C. il grande mercato del sabato, che attira tutt’ ora gente del circondario così come svizzeri e francesi. Fuori dal centro, sulla cima del colle Mattarella, ecco il Sacro Monte Calvario, risalente al 1600 e Patrimonio Unesco insieme agli altri Sacri Monti di Piemonte e Lombardia.
Domodossola ha una secolare storia di transito, dovuta alla sua posizione prossima alla strada che conduce al Sempione, resa dapprima carrozzabile da Napoleone e diventata poi un nodo ferroviario di primaria importanza con la costruzione del Traforo del Sempione. Il Traforo, inaugurato nel 1905, collega Domodossola alla cittadina svizzera di Briga e all’epoca della sua inaugurazione era la galleria ferroviaria più lunga al mondo. A proposito di treni, dalla stazione di Domodossola partono anche i pittoreschi trenini bianchi e blu che percorrono la ferrovia panoramica nota come Vigezzina – Centovalli, adorata dai turisti di tutto il mondo con i suoi 52 chilometri e due ore di viaggio slow fra Ossola e Svizzera. Naturalmente è nella mia wishlist del 2018!
Vogogna, uno dei borghi più belli d’ Italia
Il fuori porta in Val d’Ossola mi ha regalato anche una nuova spunta sull’elenco dei Borghi più Belli d’Italia visitati. Seguendo il consiglio di Liliana e Tiziano, prima di rientrare a Torino abbiamo fatto una sosta a Vogogna, borgo medievale sulla strada che conduce al lago Maggiore dominato dal silenzio e dal castello Visconteo. Proprio il castello è l’ attrazione maggiore di questo piccolo villaggio ai piedi delle montagne, sede degli uffici del Parco Nazionale della Valgrande.
Austero e turrito, come ogni tipico maniero del Medioevo, il castello Visconteo venne eretto nel 1348 su preesistenti fortificazioni per volontà di Giovanni Visconti, che intendeva così rafforzare le difese di quella che era diventata la capitale dell’Ossola Inferiore in contrapposizione a Domodossola, centro principale dell’Ossola Superiore. All’interno dell’edificio sono ospitate mostre e conferenze, ma la parte che più mi ha colpita è senza dubbio la vista sull’arco alpino dal terrazzamento, resa ancora più magica dalla spolverata di neve. A Vogogna potete gustare i favolosi Gnocchi all’ Ossolana, un impasto di farina di castagne, zucca e patate lesse, conditi preferibilmente con burro fuso e formaggio della zona. Un indirizzo dove assaggiarli? Il ristorante Del Vecchio Borgo, caldo ed accogliente, proprio sotto la rocca medievale.
[photo credits: Dire Fare Mole]