Turin Halloween Story: Un abbraccio di pietra

-Ahhh ma come è bello sgranchirsi le gambe, dopo tutto questo tempo!

-Pensi che qualcuno ci stia vedendo?

-No, non ci vedono mai. E se ci vedessero, stai pur certa che non crederebbero ai loro occhi e penserebbero di aver alzato un po’ troppo il gomito. Ti ricordi quel vecchio bislacco che gironzolava qui e lasciava sempre le bottiglie ai nostri piedi?

-E chi se lo dimentica, quel vecchio pazzo. Pazzo, ma innocuo. Non c’è stato nemmeno bisogno dell’intervento.

-Già. Sono secoli che non facciamo l’intervento. Da quel povero malcapitato, quel ragazzo così giovane, saranno passati anni, decenni…povera anima. Ricordo ancora il suo sguardo di terrore.

-Anni? Dì pure secoli. Non era ancora stata fatta L’Italia e Cavour passeggiava lungo il Po con le braccia dietro la schiena a pensare chissà a cosa. La memoria inizia a fare cilecca, amica mia. E quel soldato nel 1917 che…shh, sta arrivando qualcuno. Presto, rimettiamoci in posizione!

Una ragazza dai capelli lunghi e ricci si stava avvicinando con passo titubante. Non sapeva nemmeno lei perché fosse finita , a quell’ora di notte, tutta sola per giunta. Ma da lontano le era sembrato che qualcosa non fosse al solito posto, davanti alla Gran Madre. E così, dopo aver finito il turno di lavoro come cameriera in uno dei tanti locali brulicanti di gente e risate di piazza Vittorio, aveva attraversato il ponte e si era recata al cospetto di quelle due statue severe dall’aria misteriosa situate ai lati della chiesa, che sembrano seguirti con le loro pupille di pietra. Era tardi, era la notte di Halloween e forse sì, si stava suggestionando un po’ troppo. “Meglio se vado a dormire” pensava fra sé e sé mentre si avvicinava alle dame di pietra e ripassava nella mente la descrizione che aveva sentito qualche anno prima durante uno di quei bei tour nei luoghi esoterici della città. 

Ai due lati della scalinata sono presenti due statue, rappresentanti la Fede e la Religione, realizzate nel 1828.
La Fede, sulla sinistra, è rappresentata da una donna con un nastro intrecciato sul petto. Il manto la ricopre interamente lasciando vedere, oltre al volto ed alle mani, il piede sinistro che calza lo stesso tipo di sandalo dell’altra statua, la Religione. Con la mano destra tiene un libro aperto, mentre la sinistra è alzata verso il cielo con un calice, secondo alcuni simbolo del Sacro Graal. Alla sua destra, un piccolo angelo alato seminudo, in piedi, con un bastone nella mano destra, mentre la sinistra è rivolta verso la donna.
La Religione, sulla destra, è sempre rappresentata da una donna con lungo abito chiuso da un nastro, mentre un manto la ricopre interamente. Impassibile, ha lo sguardo verso l’orizzonte e sembra non accorgersi del giovane che le sta inginocchiato accanto e che le tende due Tavole di pietra bianche. Con la mano destra sostiene una grossa croce latina e sembra non faccia fatica alcuna a sostenerla.

L’aria era carica di umidità e sul Po iniziava ad alzarsi una spettrale nebbiolina, quasi una quinta teatrale preludio di un amaro epilogo. La ragazza si avvicinò a una delle due statue, quella che si dice sorregga il Santo Graal, e si fermò come in estasi. C’era davvero qualcosa che non andava. La statua non era sempre stata a sinistra, arrivando dal fiume? No, non era un abbaglio, si ripeteva, era davvero così. Tirò fuori lo smartphone dalla borsa a tracolla e si mise a cercare le foto della Gran Madre. Sì, ricordava bene. Quella statua non doveva essere lì, bensì dall’altro lato. Come poteva essere possibile? Iniziò ad indietreggiare quando vide ciò che non pensava potesse mai accadere: le due statue si animarono, alzandosi lentamente, ergendosi in tutta la loro imperscrutabile imponenza.

-Fanciulla, hai scoperto il nostro segreto. Mi dispiace, ma ora dovremmo eseguire l’intervento su di te. Non possiamo esimerci, è la regola.

– Chi siete voi? Cosa sta succedendo?

– Siamo le custodi del Graal. Si, la leggenda è verità: il Sacro Calice è arrivato qui a Torino agli inizi del 1800, scortato dai cavalieri dell’ordine, che agiscono da tempi immemori per fare in modo che la coppa non venga mai trovata. Questa chiesa è stata costruita per proteggere la reliquia e noi siamo incaricate di vegliare su di lei, costi quel che costi. Se qualche umano non facente parte dell’ordine si accorge di noi, o intuisce la reale natura del Graal volendo impossessarsene, dobbiamo intervenire drasticamente. Così è stato per questi due uomini, così sarà per te.

-Uomini? Quali uomini?

-Le statue che vedi di fianco a noi. Non sono statue, e non sono angeli. Sono due persone che hanno avuto l’ardire, o l’avventatezza, di avvicinarsi troppo e di vedere qualcosa che non doveva essere visto.

Quindi l’intervento…l’intervento…oddio no, vi prego no!

-Si. Perdonaci fanciulla, ma così deve essere. Ci vediamo al di qua.

L’indomani una folla di curiosi si era assiepata ai piedi della scalinata davanti alla Gran Madre. I loro sguardi erano stupiti e convergevano tutti verso un unico punto, verso sinistra. Una nuova statua si era aggiunta alle quattro già esistenti. La statua raffigurava una giovane donna dai capelli ricci e dallo sguardo triste ritratta nell’atto di tendere le braccia verso il fiume, quasi a voler abbracciare per sempre la città che tanto aveva amato.

turintales

Mi sono cimentata dopo tanto tempo in una mia antica passione, ovvero scrivere brevi storie a tema sovrannaturale. Sin da piccola ho amato i racconti del mistero, le leggende a suon di fantasmi, apparizioni ed enigmi irrisolti, e non è un caso che Halloween sia una delle mie feste preferite. Ho voluto così regalare a  me stessa il piacere di scrivere qualcosa di diverso e a voi una piccola Turin Halloween Story ambientata in uno dei luoghi più carichi di simboli magici di Torino, la Chiesa della Gran Madre di Dio. Nessuna statua è stata maltrattata e le date riportate in merito all’edificazione sono storicamente esatte. Tutto il resto è opera della mia fantasia. E poi chissà se davvero quella coppa non voglia dirci qualcosa…

Buon Halloween sabaudo cari lettori, ci ritroviamo qui a novembre!

Federica

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