Sovente capita di ritrovarmi ad osservare un palazzo, un portone, un cortile della mia bella Torino. Tale ammirata osservazione è sempre accompagnata da un interrogativo: chissà cosa c’è oltre, quali storie nascondono i suoi corridoi e le sue stanze, e chissà se mai li vedrò con i miei occhi. Mi piace descrivermi come una sorta di sabauda (e castano-ramata) Alice nel Paese delle Meraviglie attratta da luoghi inaccessibili, dall’ ancestrale richiamo del “non si tocca”, afflitta da un’ inguaribile curiosità. O ficcanasaggine, come direbbe mia madre.
Se anche voi viaggiate ad occhi aperti davanti ad un cancello chiuso, leggete attentamente le seguenti righe, prendete un post-it e segnate le date del 10/11 giugno 2017. Perché grazie ad Open House quei cancelli, quei portoni, quei palazzi stanno per aprire, per voi.
“Quando ho deciso di portare Open House a Torino avevo ben chiaro il patrimonio architettonico della nostra città – spiega Luca Ballarini, fondatore e presidente dell’ Associazione Open House Torino – è successo due anni fa, a Londra, quando per un weekend, noleggiata una bicicletta, ho potuto visitare ben 40 architetture diverse, passando dalla community di Walter Segal con le case auto-costruite, alla sede di Som, che costruisce grattacieli, fino a vere e proprie chicche lungo i canali, che non avrei mai potuto visitare se i proprietari non avessero aperto le porte, durante Open House. Mi sono innamorato immediatamente del format e ho deciso di portarlo a Torino, pensando alla lunga storia della nostra città, che fu romana, poi capitale dei Savoia, con un senso di visionarietà e l’ambizione di trasformarla in capitale europea, poi centro di sviluppo del barocco e infine culla del modernismo. La nutrita community di architetti locali contemporanei poi si è fatta coinvolgere facilmente nel progetto. Non è la prima volta che si cerca di portare Open House a Torino, ma questa volta non ci siamo fermati davanti agli ostacoli”.
Scorrete l’elenco dei luoghi sul sito della manifestazione e meravigliatevi per la loro quantità, qualità e soprattutto per la loro eterogeneità. Dagli appartamenti privati dal design originale ai villini liberty di Cit Turin e San Donato, da edifici riqualificati e trasformati in centri culturali o terziario come l’ex INCET o il Lanificio di Torino alle case-studio dei professionisti come Zucca Architettura Factory e Studio Carlo Ratti Associati, passando per hotel di design contemporaneo come l’ NH Carlina e il Duparc Contemporary Suites, senza dimenticare dimore di pregio storico quali Palazzo Bricherasio, Palazzo Birago di Borgaro, Palazzo Saluzzo Paesana e Villa d’Agliè in collina.
Insomma, ogni aspetto architettonico del capoluogo piemontese è presente e pronto per essere ammirato, orgogliosa parte delle mille sfaccettature della città. Un encomio speciale va al nutrito team di volontari – se ne contano oltre 300! – che si occuperà del sostegno ai padroni di casa durante le visite, e a Laura Cardia, creatrice del blog Rotta su Torino che mi ha fatto conoscere il progetto.
Non conoscevo questa iniziativa, che cosa pazzesca! Spero di riuscirmi a organizzare perché è davvero un’ottima occasione per conoscere meglio Torino. Dalle mie parti viene organizzata ogni anno un’iniziativa simile ma moooolto più in piccolo: si chiama Da Cortile A Cortile e permette di entrare nei cortili delle abitazioni private del centro storico.
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Già Silvia, io purtroppo me la perderò causa week end nelle Langhe con matrimonio di amici incluso! Molto molto bella l’iniziativa di cui mi parli, mi hai incuriosita alquanto…approfondirò sul web 🙂
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Che peccato! Sapevo anche io di questa iniziativa ma me la sono persa (e sai quanto io ami andare in posti un po’ misteriosi ❤ )
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Idem, io ero al matrimonio e me la sono persa. Il prossimo anno ci saremo 🙂
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