Anche il Piemonte ha una Grande Muraglia, sapete?
Per vederla occorre allontanarsi un po’ da Torino, 67 chilometri per la precisione, approdando in quel territorio denso di verde e vicende che è la Val Chisone. Qui, poco prima del comune di Usseaux, ci imbatteremo in una costruzione magnifica e ardita, davanti alla quale ci scapperà un “oh” di stupore. Succede ogni volta che ci si ritrova al cospetto del Forte di Fenestrelle, mirabolante fortezza alpina dalla silhouette inconfondibile.
Ai confini del Regno
Il Forte ha una storia importante e misure altrettanto importanti. Ben 1.350.000 chilometri di lunghezza lo rendono il secondo complesso fortificato del Mondo dietro la Grande Muraglia cinese. La Grande Muraglia nostrana è costituita da una serie di edifici difensivi di diversa grandezza – si contano tre Forti principali, San Carlo, Tre Denti, Delle Valli e cinque Ridotte minori – con dislivello di circa 600 metri fra il primo e l’ultimo, collegati attraverso un sistema noto come scala coperta, 4.000 scalini protetti da mura spesse due metri che si inerpicano sul crinale del monte Orsiera.
C’è anche un passaggio esterno di 2.500 gradini, la scala reale, utilizzata in passato durante le visite del sovrano di turno, ad iniziare da Vittorio Amedeo II. Fu lui, il primissimo Savoia a fregiarsi del titolo di re, colui che riuscì a contrastare il potente vicino di casa Luigi XIV alias il Re Sole, a dare l’impulso per la costruzione dell’ opera. E la volle in un luogo strategico, a lungo conteso fra i suoi antenati e i francesi, dominatori delle alte valli Chisone e Susa fino al 1713.
Un cantiere lungo un secolo
Vittorio Amedeo affidò la progettazione della fortezza ad Ignazio Bertola. L’ ingegnere partì dagli edifici militari già eretti dai francesi nella zona interessata e vi concepì un articolato sistema intorno, inaugurando un cantiere dalla durata record: di fatto, i lavori finirono ufficialmente solo nel 1850, più di cento anni dopo. Un lasso di tempo consistente che vide l’avvicendarsi di architetti e di guerre, truppe, dominazioni, con il ritorno dei francesi in Piemonte guidati da Napoleone e la successiva restaurazione sabauda.
Pensate, l’unica vera azione militare in cui è stato coinvolto il Forte è avvenuta relativamente tardi, ovvero nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Nel luglio del 1944, la parte orientale della Ridotta Carlo Alberto venne fatta esplodere dai partigiani della divisione “Adolfo Serafino” allo scopo di rallentare l’avanzata delle truppe nazi-fasciste che avevano lanciato una vasta operazione antipartigiana nelle vallate alpine.
Fenestrelle, fortezza e prigione
Accanto alla funzione difensiva, il Forte di Fenestrelle ne ebbe un’ altra, costante nei secoli: quella di luogo di detenzione. Prigione di Stato e prigione militare, il Forte ospitò anche qualche criminale comune della zona e – piccola curiosità – tre detenute donne, la marchesa piemontese Polissena Gamba Turinetti di Priero e la figlia Clementina, oppositrici al regime napoleonico, e Maria Oliverio detta Ciccilla, brigante calabrese condannata all’ ergastolo. Ci furono alcuni detenuti illustri, ad esempio Bartolomeo Pacca, cardinale e proto segretario dello Stato Vaticano sotto Papa Pio VII, imprigionato per volere di Napoleone dal 1809 al 1813.
La stanza dove fu incarcerato il cardinale Pacca è ancora visibile, con tanto di arredi originali. Si trova all’ interno del Forte San Carlo, il meglio conservato dell’ intero complesso, nonché punto di partenza per i visitatori (il parcheggio per le auto si trova proprio di fianco). Il Forte San Carlo presenta costruzioni di rilievo come il Padiglione degli Ufficiali, edificio in pietra di cinque piani che ospitò quasi tutti i detenuti transitati per Fenestrelle, il Palazzo del Governatore, sede dell’ ufficio del Governatore e del suo alloggio privato ora adibito a mostre temporanee, i Quartieri militari, la Polveriera Sant’ Ignazio e la chiesa. Dal Forte San Carlo hanno inoltre principio i caratteristici risalti, vero marchio di fabbrica della fortezza, ventotto enormi gradoni collegati da scale coperte che si susseguono con andamento serpeggiante lungo il costone roccioso. Dentro ai risalti era posta l’artiglieria per la difesa, dai cannoni alle recenti mitragliatrici dei conflitti mondiali.
Sapore di gofri
Consiglio sempre Fenestrelle come meta per un fuori porta breve o brevissimo. Per chi abita a Torino e dintorni, è sufficiente una giornata per raggiungerlo, visitarlo a dovere (le visite guidate gestite dall’ Associazione Progetto San Carlo vanno da una a sette ore, le trovate sul sito insieme al calendario degli itinerari in notturna “Il racconto delle antiche mura”) e fermarsi nei dintorni per una pausa pranzo a base di prodotti della Valle. A pochi minuti dal Forte è situato il centro del paese, sviluppato intorno alla via principale sulla quale si affacciano locali, bar, ristoranti e … gofriere.
I gofri sono dolci tipici delle montagne torinesi adorati dalla vostra ultra golosa Dire Fare Mole. Simili ai waffel, si preparano nella gofriera, due piastre di ghisa sovrapposte che conferiscono un particolare motivo quadrettato all’impasto, farcito poi a piacere con nutella, marmellata, oppure con salumi e formaggi nella variante salata. Perché ogni gita deve avere un lato gustoso, ed un gofri mangiato all’ ombra della Grande Muraglia piemontese ha tutto un altro sapore!
Sito: www.fortedifenestrelle.it
Facebook: Forte di Fenestrelle – Associazione Progetto San Carlo Onlus
[photo credits: Dire Fare Mole]