I luoghi del cuore di Dire Fare Mole: Avigliana,il Medioevo che si specchia nei laghi

“Domenica ti porterò sul lago, vedrai sarà più dolce dirsi ti amo” cantava Fabio Concato in una hit anni ’80. Visto che amo i laghi e pure gli anni ’80, potevo esimermi dal prendere in prestito l’incipit di “Domenica bestiale” per introdurvi uno dei luoghi del cuore di Dire Fare Mole? Il cammino fra i miei angoli preferiti del Piemonte sfiora oggi le placide acque dei laghi di Avigliana, un posto per me molto importante e pieno, pienissimo di ricordi. Avigliana era una delle mete predilette dai miei genitori per le scampagnate domenicali, Avigliana è sede di un santuario dove andavo spesso con la scuola ai tempi delle medie, Avigliana è la gita romantica per eccellenza quando si ha poco tempo a disposizione e si vuole restare nei pressi di casa, senza rinunciare ad una cioccolata calda con vista strabiliante.

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Qualche cosa da sapere se non siete mai stati ad Avigliana: innanzitutto, il suggestivo borgo lacustre – inserito nella lista dei Paesi Bandiera Arancione del Touring Club Italiano – dista circa 25 kilometri da Torino. Comodamente raggiungibile in macchina o in treno, la cittadina è situata all’ ingresso della Valsusa, vegliata dall’ alto del Monte Pirchiriano dalla maestosa Sacra di San Michele, e si divide in due aree di interesse, due itinerari di visita a mio parere meritevoli in egual misura.

Avigliana, come dicevo prima, è molto spesso associata ai due laghi, e questo è di certo il percorso maggiormente conosciuto e frequentato, soprattutto nei mesi estivi quando le rive di entrambi si trasformano in una sorta di succursale valsusina della Liguria. Per evitare la pazza folla, vi suggerisco di visitarli con tutta tranquillità in inverno o meglio ancora in autunno, stagione sì fredda a livello di temperatura ma calda se consideriamo i colori di cui si veste la natura. E di natura, qui, ce n’è a profusione, tant’ è che dal 1980 l’area è posta sotto tutela grazie all’ istituzione del Parco Regionale, che comprende le zone intorno  ai due specchi d’acqua e la vicina Palude dei Mareschi. I laghi sono noti con i lapalissiani appellativi di lago Grande e lago Piccolo, e nemmeno io, attentissima nerd sabauda, sapevo che i loro nomi originari sono  rispettivamente lago della Madonna e lago di San Bartolomeo. Il primo è attorniato da alcuni edifici di grande importanza storico-architettonica, come il citato santuario della Madonna dei Laghi, perla barocca voluta da Carlo Emanuele I di Savoia, dotato di un terrazzamento vista lago e vista Sacra, e i resti di vecchie fabbriche che da bambina esploravo insieme a mio papà dando sfogo al mio animo da Indiana Jones in gonnella. Adesso, che alle imprese da Indy junior preferisco la comodità (brutta cosa la pigrizia), adoro andare sul lago Grande per fare merenda e passeggiare lentamente sulle passerelle mobili, provando a scorgere nelle acque le misteriose vestigia della città sommersa, protagonista di una leggenda che mi avevano narrato anni e anni fa.

Sul lago Piccolo invece, mi piace avvistare i germani reali, le gallinelle d’acqua, e se sono fortunata anche qualche airone cinerino. Più in là, in una zona boschiva ai margini del nucleo cittadino, ecco un’altra chicca: i resti dell’ex Dinamitificio Nobel. Sì, proprio quel Nobel cari lettori, l’Alfred Nobel dell’omonimo premio consegnato ogni anno a Stoccolma nonché inventore della dinamite. Il chimico e imprenditore svedese frequentò il nord ovest dell’Italia sia per motivi di studio che per puro svago (possedeva una prestigiosa villa a Sanremo, dove morì nel dicembre del 1896), e proprio ad Avigliana fondò uno dei principali stabilimenti per la produzione di dinamite, ora importante sito di archeologia industriale.

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Dall’ ‘800 di Nobel facciamo un salto indietro nel misterioso Medioevo. E lo facciamo salendo verso il centro storico della città, varcando le arcaiche porte e la cinta muraria, per affrontare il secondo itinerario del nostro percorso alla scoperta dei luoghi aviglianesi. Tante sono le tracce che i cosiddetti secoli bui hanno lasciato nelle vie del borgo, dominato dalla sommità del monte Pezzulano dalle rovine del castello risalente alle invasioni dei Longobardi. Come ben sappiamo, non c’è maniero senza il suo fantasma, e leggenda vuole che passeggiando fra le antiche mura decadenti si possano percepire gli echi della battaglia fra il sovrano longobardo Astolfo e le truppe di Pipino il Breve, re dei Franchi e papà dell’arcinoto Carlo Magno. Qualche secolo dopo, ecco che il castello diventa protagonista di una nobile nascita sabauda: qui nel 1360 venne infatti alla luce Amedeo VII di Savoia detto il Conte Rosso, figlio di Amedeo VI il Conte Verde. L’accoppiata genitore-figlio è ricordata non solo per simpatiche questioni cromatiche ma anche per indiscusse doti belliche e strategiche.

Il Conte Rosso dà il nome ad una bella piazza, fulcro del centro storico, incorniciata da abitazioni e portici medievali e ornata dallo splendido pozzo monumentale del XIV secolo. Percorrendo a piedi le ripide strade intorno, tante sono le sorprese che troverete. Capiterà ad esempio di imbattervi in un palazzo e di avere un deja-vu: la facciata di Casa di Porta Ferrata, quattrocentesca, è stata riprodotta fedelmente in quel collage architettonico che è il Borgo Medievale del Valentino, nel centro di Torino, che come ben sappiamo è un “copia e incolla” seppur meraviglioso di diversi edifici storici di Piemonte e Valle d’Aosta. Un’altra curiosità è legata all’ ottogonale Torre dell’Orologio del 1330, primo orologio pubblico piemontese e secondo nazionale, dopo quello della basilica di Sant’ Eustorgio a Milano.

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Per finire in bellezza – e dato che a forza di sali e scendi potrebbe venirvi un certo languorino -fate un pit stop al Birrificio di piazza del Popolo 2, recente apertura che sta riscuotendo lodi e consensi: piatti rustici di qualità e birra artigianale locale Laval, 100% vegan. Se prediligete il lato dolce della vita, non perdetevi i pasticcini di Dalmasso, inserito nella guida “Pasticceri & Pasticcerie 2016” del Gambero Rosso, oppure allontanatevi dal centro e recatevi in frazione Drubiaglio per assaggiare le delizie de La Maison du Chocolat, cioccolateria e torteria che sembra uscita da un libro di Jane Austen.

E chissà se nella romantica atmosfera di Avigliana, qualche moderna Elisabeth Bennet incrocerà lo sguardo di un affascinante Mr Darcy!

[photo credits: Annalisa Mazzo]

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