Ironica e saggia, pungente come Oscar Wilde e sognatrice come J.K. Rowling. Alice Currado ha un nome da fiaba, capelli biondi come la sua omonima disneyana, un grande talento per la cucina che l’ha portata a pubblicare recentemente il suo primo cookbook “Vegano ma non troppo”, in vendita sulla piattaforma Manjoo (www.manjoo.it/cookbooks/alice-currado-vegano-ma-non-troppo).
Operazione Fritto Misto è il nome del suo blog, di chiara impronta piemontese: per chi ci legge da fuori regione, il fritto misto è uno dei piatti tipici del Piemonte, che prevede la frittura di … ogni cosa. Ma non fatevi ingannare dalle apparenze. Il blog non si ferma al food, va ben oltre. Pensieri, libri, film, itinerari, viaggi, e la rubrica Riassu-mese che non dovete assolutamente perdere (come il suo bellissimo profilo Instagram). Il tutto condito dalla “penna” brillante di Alice, che fra un sorriso e una riflessione ci conduce oltre lo specchio. Scommetto che ne siete già conquistati, proprio come me!
Alice nel paese del … fritto misto! Cosa possiamo trovare nel tuo “paese delle meraviglie” virtuale?
Risposta classica: le mie passioni.
Risposta logorroica: poca sintesi, poca coerenza ma molte cose.
In teoria Operazione fritto misto è nato come blog di cucina. Ho sempre amato star con il naso appiccicato al vetro del forno, ma a differenza delle food-blogger DOC ho alle spalle tutt’altro che una famiglia di ristoratori, e per di più sono priva di uno spazio adatto a sviluppare doti montersiniane (fatti che rendono un blog di cucina una vera missione – ma “operazione” suonava meglio!)
Poi mi sono accorta che le ricette mi stavano strette, e i post erano un pretesto per scrivere e condividere foto scattate da me; così ho ampliato il campo: adesso si parla (o meglio, si scrive) di piccoli viaggi, serie tv, libri, fotografia, ancora un po’ di cucina e, ovviamente, la nostra Torino.
Il fritto misto è passato da essere sostantivo ad aggettivo!
Il fritto misto è una delle colonne portanti della gastronomia del Piemonte. Quanta piemontesità c’è in te?
Tanta e poca. Sono nata a Torino come mia madre, ma ho un padre calabrese con barba rossa e occhi verdi, nonno materno svizzero e bisnonni che hanno vissuto un po’ ovunque.
Ma credo che si sia ciò che si sente di essere e, sebbene ami ogni mia origine, io mi sento molto piemontese (cortese sì, ma falsa no!).
Presenza costante del tuo blog è il Riassu-mese, dove racchiudi in un post pareri (e pensieri) su film, libri, viaggi legati ad un periodo dell’anno. Visto che anche tu – come me – ami l’autunno, cosa consigli per questo autumn in Torino?
In autunno per me è obbligatorio ciò che di solito viene riservato alle stagioni calde: i pic-nic. Tanti plaid (da mettere sopra e sotto le gambe) ottimi amici, buon cibo, qualche termos di tè bollente e un parco. Il foliage (parola che quest’anno va molto!) e Torino fanno il resto. Vuoi mettere un momento di relax immerso in una pioggia di foglie?
Torino è la città con più verde pubblico in Italia, non è difficile trovare spazi adatti. I miei parchi preferiti sono la Pellerina, soprattutto l’area dei laghetti dove non è insolito trovare qualche coniglietto, o il Valentino, dove far merenda con scoiattoli alquanto socievoli (mai dimenticarsi le noci da regalargli).
Soluzione ideale per le giornate di pioggia è una delle tante torterie sparse per la città (Berlicabarbis o Pai Bikery, ad esempio).
Alice e Torino. Quali sono i tuoi luoghi del cuore?
Per non rendere questo post lungo un chilometro e mezzo, mi limiterò a tre.
Via Barbaroux è la mia via preferita. Si trova a pochi metri dal caos ma per tutta la sua lunghezza regnano la pace, piccoli negozietti e cortili interni con vecchi ballatoi che fanno partorire storie bellissime all’immaginazione. Da qualche parte ci vive un appassionato di jazz e mi è capitato che la via si trovasse immersa nella sua musica.
Poi direi Porta Palazzo, perché se c’è qualcosa che amo di Torino è la sua multiculturalità; qui fanno il mercato all’aperto più grande d’Europa, diviso in più aree con i contadini piemontesi stretti nelle loro piccole bancarelle di prodotti a Km0, ragazzi marocchini che sistemano con ordine frutta colorata del Brasile, anziani calabresi e campani e siciliani che chiacchierano, negozietti cinesi in cui parlano a stento l’italiano e pasticcerie arabe che profumano d’Africa. Molti hanno paura ad andarci per la delinquenza della zona: io ci vado di giorno e senza borsa Louis Vuitton (che non ho) in bella vista. Be’ sono ancora viva e vegeta.
Infine, per confermare la poca sintesi e coerenza di cui ho parlato all’inizio, non saprei dire un solo ultimo luogo, perciò farò un elenco fluente ma (spero) conciso: l’area pedonale della Crocetta per ammirare case da sogno, Piazza Emanuele Filiberto in ogni momento della giornata, Piazza Carlo Alberto nella notte inoltrata, il nuovo Parco Dora dove tento invano di iniziare a correre, La Mandria per avvistare cervi a venti centimetri da Torino, Piazza Vittorio al tramonto, San Salvario per la multiculturalità di prima, qualunque punto alto della città (Mole, Superga, Monte dei Cappuccini) per osservare la cornice di montagne Mi fermo qui, ma so già di aver dimenticato luoghi importantissimi.
Insomma si capisce che amo Torino, neh?
Sito: www.operazionefrittomisto.it
Facebook: Operazione Fritto Misto
[photo credits: Alice Currado]