#DonneDelVinoUnesco, il lato rosa di Langhe, Roero e Monferrato: intervista a Elisa Spada, Wine & Food Consultant

Donne del Vino Unesco (1)

La #DonnaDelVinoUnesco che vi presento oggi ha una storia che parte da molto vicino e arriva molto lontano, oltre i confini italiani. Perché quando la passione è forte e quando di questa passione si riesce a fare il proprio lavoro, non ci sono barriere e limiti. Puoi andare ovunque, essere ovunque, mantenendo sempre ben salde le radici e tenendole ben strette.

Elisa Spada nasce a Torino e cresce in provincia, nella cittadina di Vinovo. Elisa non ha una storia familiare legata al vino, Vinovo è certamente più nota per motivi calcistici che per eccellenze enologiche. La sua identità professionale è frutto di un amore per il settore enogastronomico nato negli anni di studi e nel corso dei primi lavori, che l’hanno portata ad essere prima dipendente di alcune grandi aziende del settore e poi libera professionista. Elisa ne ha percorsa di strada. Il trasferimento ad Alba, capitale delle Langhe, e i tanti viaggi all’estero, vero cuore del suo lavoro di wine & food consultant, l’hanno resa una fiera ambasciatrice del vino piemontese, dotata di determinazione, versatilità e potere comunicativo. Una Donna del Vino tosta con un’importante formazione alle spalle, che vi conquisterà offrendovi un bicchiere del suo particolarissimo vino preferito (un vino non piemontese e nemmeno italiano, ma con una curiosa storia alle spalle!).

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[credits: Elisa Spada]
Elisa, come sei diventata una Donna del Vino Unesco?

Come anticipavi nell’introduzione, lavorare nel mondo vitivinicolo per me è stata una scelta personale, non la prosecuzione di un mestiere di famiglia. La volontà di occuparmi di comunicazione ed eventi in questo preciso settore è nata frequentando il Master post laurea in Organizzazione Eventi e Marketing che ho seguito a Milano, alla Bocconi. All’indomani del Master ho quindi iniziato a lavorare in realtà importanti del mondo enogastronomico piemontese, come Slow Food, e piano piano mi sono focalizzata sulla pianificazione di eventi di settore per i mercati esteri.

Da tre mesi, la mia vita professionale ha preso una svolta decisiva: mi sono messa in proprio e opero principalmente come wine & food consultant per gruppi e consorzi di tutela italiani per la loro promozione all’estero, a volte intervallando con il lavoro per singole cantine.

Come si svolge una tua giornata lavorativa?

Domanda difficile, perché ho un lavoro davvero pieno di variabili a seconda del periodo dell’anno e degli eventi in corso! Ti posso rispondere spiegandoti di cosa mi sto occupando in questo momento.

Ho all’attivo diversi progetti legati all’organizzazione di kermesse all’estero, ad esempio sto pianificando e coordinando per maggio due eventi nell’est Europa, L’International Wine Show a Praga (29 maggio) e Slovin – Wine Trade Meeting Bratislava for Professionals (16 maggio). Un altro progetto a cui tengo molto è Organic Value, legato ai vini biologici. Nello specifico, Organic Value offre visibilità ai produttori biologici italiani, li unisce per fornire servizi specifici utili a promuovere e commercializzare i vini all’estero. All’interno del progetto mi occupo soprattutto di attività di recruiting per quanto concerne le cantine, della parte commerciale e delle pr. Infine, sono impegnata in una consulenza strategica circa i mercati esteri per una cantina locale.

Vino e turismo: consigliaci un percorso di esplorazione per una gita nel tuo territorio!

Sono albese di adozione e adoro questo territorio che ho imparato a conoscere negli anni. Mi sento di dare un consiglio: le Langhe sono meravigliose, ma non fermatevi a loro. Anche gli altri territori vitivinicoli piemontesi, il Roero innanzitutto, sono degni di essere conosciuti e amati.

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[Monforte, credits: Dire Fare Mole]
Per quanto riguarda l’itinerario di visita, suggerirei di soggiornare ad Alba e da lì spostarsi in auto per un pranzo in mezzo a filari e colline. La stagione migliore? Secondo me la primavera. Potete scegliere un ristorante a La Morra, Monforte, Novello, Serralunga, e abbinare al pasto una – doverosa – visita in cantina. Fra le cantine migliori della zona, vi segnalo Rocche dei Manzoni  a Monforte, Ettore Germano a Serralunga, Elio Altare a La Morra, Le Strette a Novello.

Il tuo vino preferito è…

Per rispondere alla domanda mi trovo costretta a “tradire” il mio Piemonte per la vicina Francia, perché il mio vino preferito è prodotto oltralpe! È lo Château d’Yquem, un vino Sauternes tipico dell’omonima regione collinare a sud di Bordeaux. Lo Château d’Yquem è un vino passito consumato in abbinamento con fois gras e i formaggi, dal gusto particolare dato da…una muffa. Proprio così: questo vino, fra i più costosi e rinomati al mondo, è ottenuto da uve bianche attaccate dalla muffa Botrytis cinerea, detta anche muffa nobile (la storia dello Château d’Yquem mi ha incuriosita parecchio e ho trovato alcuni aneddoti interessanti legati al cinema e alla letteratura. Ad esempio, il vino è citato nel libro “Il cimitero di Praga” di Umberto Eco, nel romanzo “Hannibal” dove il serial killer Hannibal Lecter lo inserisce fra i suoi vini favoriti, e menzionato nei film “Non siamo Angeli”, “Ocean’s 13” e “Red 2” n.d.r.).

Tornando a casa, invece, i miei vini prediletti sono i rossi strutturati, il Barbaresco su tutti.

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[credits: Elisa Spada]

Elisa Spada| Wine & Food Consultant

Sito: www.elisaspada.it

 

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