A Torino ogni cosa è illuminata: fra Luci d’Artista e l’incanto barocco di The Number 6

Amo Torino, e questo è risaputo. Ma c’è un periodo dell’anno in cui questo amore per la mia città diventa ancora più forte, ed è il periodo in cui l’autunno confluisce lentamente nell’inverno, e tutto si dipinge di atmosfera natalizia. Che a Torino è sinonimo di Luci d’Artista!

Per chi non lo sapesse, le Luci d’Artista sono installazioni luminose che vengono accese solitamente verso fine ottobre- inizio novembre (l’edizione in corso è stata inaugurata il 31 ottobre 2015 e durerà fino al 10 gennaio 2016), una sorta di benvenuto della città al clima festivo.

Le luci che decorano vie e piazze del centro di Torino non sono solo ornamenti, bensì vere e proprie opere d’arte. Ognuna di loro ha un titolo, una storia e naturalmente un autore, fra cui grandi nomi di fama internazionale come Mario Merz e Rebecca Horn.

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“Regno dei fiori: nido cosmico di tutte le anime” di Nicola De Maria [photo credits: Dire Fare Mole]
Come nasce questa galleria a cielo aperto?  Grazie al progetto Contemporary Art, promosso dalla Città di Torino insieme alla Regione Piemonte ed alla Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea – CRT, che sostiene la manifestazione da ben diciotto anni, facendola diventare un must nel carnet degli eventi torinesi.

Il percorso delle Luci d’Artista 2015 prevede 20 installazioni, fra cui alcuni grandi classici e qualche novità, come le due opere prese in prestito dalla città di Salerno: Mosaico di Enrica Borghi e Il Mito di Lello Ferrigno. Fra le conferme, le mie preferite sono Planetario, la sfilata di costellazioni sotto cui passeggiare in via Roma, e Regno dei Fiori: nido cosmico di tutte le anime, intrecci colorati attorno ai lampioni di piazza San Carlo, che rendono ancora più raffinato il salotto di Torino.

Quest’anno però il mio cuore è stato letteralmente rapito da una Luce d’Artista in particolare. Sto parlando dell’installazione Il Giardino Barocco Verticale, che si trova all’interno del Palazzo Valperga Galleani di Canelli di Barbaresco, sito in via Alfieri 6, conosciuto anche come The Number 6 (http://www.thenumber6.it/).

Trattasi di quella che è stata definita la casa più bella non solo di Torino, ma del mondo! La fonte è autorevole: ArchDaily, il sito di architettura maggiormente frequentato a livello mondiale, qualche mese fa ha decretato The Number 6 vincitrice del concorso Building of the Year, dopo un sapiente lavoro di ristrutturazione condotto dall’architetto Luca Petrone dello studio torinese Gruppo Building. Il prestigioso titolo rende ancora più affascinante questa location d’incanto, che, illuminata dall’opera di Richi Ferrero – un albero in acciaio sospeso nell’aria, tra il primo e il terzo piano, e un tracciato di luce sulla pavimentazione che cambia colore in sincrono-  proietta il visitatore in una dimensione da favola, fatta di scaloni principeschi, affreschi ed armonie dell’epoca d’oro sabauda.

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“Il Giardino Barocco Verticale” di Richi Ferrero all’interno di The Number 6 [photo credits: Dire Fare Mole]
Ho visitato The Number 6 per la prima volta ad ottobre, ed è stato amore a prima vista; da allora, ogni volta che passo per via Alfieri, non posso fare a meno di varcare il maestoso ingresso del palazzo e farmi travolgere dall’incantesimo di luci e colori, e dall’eleganza delle linee barocche dell’edificio.

Palazzo Valperga Galleani fu costruito nel 1663 da Maurizio Valperga, architetto luganese e primo ingegnere del Duca di Savoia Carlo Emanuele II. Nel 1781 la residenza fu acquisita da Michele Luigi Barberis, architetto, che la trasformò da dimora singola ad “edificio da reddito”, ricavando alloggi signorili per il proprietario e gli affittuari. Nei secoli, l’edificio ha cambiato diversi proprietari ed assunto altrettante diverse identità (fra cui anche quella di prima sede storica del Torino F.C.!) mantenendo sempre inalterato il suo prestigio, dato anche dalla vicinanza con la centrale piazza San Carlo, e la sua indubbia bellezza, tutelata dalla Soprintendenza dei Beni Architettonici che ha collaborato al restauro. Dove una volta vi era lo spazio comune, ovvero il giardino, ora c’è il cortile, un sogno  fatto di luminosità ed arte, un ponte fra il passato ed il presente dell’edificio.

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L’albero dell’installazione di Richi Ferrero all’interno di The Number 6 [photo credits. Dire Fare Mole]
Conquistati da tutta questa eccezionale e sabauda meraviglia? Non vi resta che approfittare delle festività natalizie per un’ immersione nelle luci e nella storia di Torino!

 

 

 

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