Borghi incantati del Piemonte: Orta e l’isola di San Giulio

Nel mio immaginario, la stagione autunnale è sempre stata sinonimo di colori caldi, odore di caldarroste e di legna bruciata, e soprattutto … di romanticismo!

Quindi, cari innamorati piemontesi e non, questo post è dedicato a voi. Volete programmare un breve soggiorno con la vostra dolce metà, a kilometro non zero ma quasi? La nostra Regione ha un’offerta quanto mai variegata, e di qualità: dagli incantevoli paesi delle Langhe e del Roero, al lago Maggiore con le sue isole borromee, c’è solo l’imbarazzo della scelta.

Oggi però vi voglio raccontare – e consigliare – un’altra meta, a pochi passi dal lago Maggiore fra le province di Novara e del Verbano-Cusio-Ossola, una perla d’acqua incastonata fra le montagne: il lago d’Orta.

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[photo credits: Dire Fare Mole]
Arrivare ad Orta da Torino è facile e relativamente veloce. Percorrendo l’autostrada Torino-Milano, in un paio d’ore ci si proietta dalla grande città all’incanto di questi luoghi, che hanno dato i natali al poeta Gianni Rodari (nato ad Omegna, cittadina posta sulla riva nord del lago, il 23 ottobre 1920) e ispirato numerosi scrittori, fra i quali il già citatissimo Friedrich Nietzsche. Il filosofo tedesco ebbe qui addirittura un intermezzo amoroso, uno dei pochi della sua tormentata vita: il lago d’Orta fu lo sfondo dell’ incontro con Lou von Salomè, giovane scrittrice e psicoanalista russa, tanto affascinante da far perdere la testa all’uomo. Nietzsche, sempre più coinvolto, arrivò a chiedere la mano di Lou, entrando in una grave crisi depressiva dopo il rifiuto di lei.

Come dare torto al caro Friedrich? Restare insensibili al fascino di Orta è del tutto impossibile. Racchiuso fra i sinuosi rilievi che lo separano dal vicino lago Maggiore ad est, e le più impervie sponde occidentali prossime alla Valsesia, il lago d’Orta è senza dubbio una destinazione impedibile per gli estimatori delle atmosfere romantiche e un po retrò.

L’aria che si respira nei borghi affacciati sul lago ha il sapore di magia. Iniziate il vostro itinerario con una  passeggiata per le strette vie medioevali di Orta San Giulio, località posta sulla sponda orientale. L’antico borgo si trova su un promontorio che si protende sullo specchio acqueo, ed è la meta di villeggiatura più nota della zona. L’abitato di Orta San Giulio si sviluppa intorno a piazza Motta, vero centro nevralgico del paese sin dal Medioevo, da cui si riprende la tradizione del mercato del mercoledì. Risalente all’epoca rinascimentale è invece il Palazzo della Comunità, conosciuto anche come il Broletto, costituito da un portico al piano terra, usato per il mercato, e da una sala per riunioni al primo piano. Qui si riunivano i membri della Comunità della Riviera di San Giulio durante il periodo di autogoverno della regione, privilegio concesso dai Vescovi di Novara che allora esercitavano la giurisdizione sul territorio. Da piazza Motta si dirama un dedalo di piccole vie, interamente chiuse al traffico, dove i turisti possono partire alla scoperta di botteghe e specialità enogastronomiche: imperdibili i piatti a base di riso e di pesci di lago come il Coregone, accompagnati da un calice di Ghemme DOCG.

Ma il vero gioiello di Orta si trova proprio in mezzo al lago. Prendete uno dei piccoli battelli che partono dal porticciolo di piazza Motta, e raggiungete l’isola di San Giulio, situata di fronte al borgo. Bastano circa 10 minuti di navigazione per tuffarsi in un’altra dimensione: l’isola è un concentrato di storia, arte e misticismo senza tempo. In un perimetro di appena 650 metri è racchiuso un gioiello del turismo non solo regionale, ma nazionale, tanto da essere nominato come uno dei Borghi più Belli d’Italia. E, a mio parere, mai titolo fu più meritato.

L’isola ha una storia antichissima: sin dalla preistoria, mito e superstizione si confondono con la sua secolare identità di luogo di culto, rappresentata oggigiorno dell’Abbazia Mater Ecclesiae, che occupa quasi l’intera superficie del posto. L’ Abbazia è molto recente – risale infatti al 1973 – ma la presenza religiosa sull’isola risale alla notte dei tempi; è del 390 la costruzione della prima chiesa, collegata all’opera di evangelizzazione di due fratelli provenienti dalla Grecia, Giulio e Giuliano. Giulio, che divenne poi santo, si occupò nello specifico della cristianizzazione dell’isola, dove, secondo la leggenda, lottò contro i draghi che la popolavano, sconfiggendoli e confinandoli sul Monte Camosino, e gettando le fondamenta della chiesa nello stesso punto in cui oggi si trova la Basilica a lui intitolata.

Leggende a parte, una delle cose che più mi ha colpito è il silenzio , unito al senso di mistero palpabile che aleggia sull’isola. E proprio ai temi del silenzio e della riflessione è collegato un percorso tematico per le vie del piccolo borgo, dove sono poste delle targhe che riportano massime sulla vita spirituale.

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[photo credits: Dire Fare Mole]
L’isola di San Giulio è raggiungibile, oltre che dal paese di Orta, anche da altre località che si affacciano sul lago, come Omegna e Pella. Orari e tariffe si trovano sul sito www.navigazionelagodorta.it. Il servizio è pubblico ed occorre presentarsi sui pontili di riferimento.

Pronti a salpare?

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