«Chi a vëdd Turin e nen la Venerìa, a vëdd la mare ma nen la fija.»
[Chi vede Torino e non Venaria, vede la madre ma non la figlia]
Questo detto piemontese è un buon incipit ed allo stesso tempo un perfetto sunto di ciò che è Venaria Reale. Una costola sabauda della grande capitale subalpina, da cui dista una decina di chilometri, dotata di regalità alla seconda. Due Residenze Sabaude nel suo territorio la rendono una cittadina da primato, senza contare il privilegio di portare nel nome l’appellativo Reale (unico comune in Piemonte insieme alla montana Ceresole) e i massimi simboli araldici dei Savoia nello stemma civico, il Collare della Santissima Annunziata e la Corona. Sì, la sabaudità qui è ovunque. E vale la pena respirarla insieme.

La Reggia Di Venaria
Se non si può vedere Torino senza aver visto Venaria, non si può vedere Venaria senza aver visto la Reggia, incomparabile risorsa turistica e culturale che ha vissuto nel corso dei secoli nascite e rinascite, cadute e glorie. Costruita nel XVII secolo, venne commissionata dal duca Carlo Emanuele II di Savoia ad Amedeo di Castellamonte con l’intento di farne una residenza di caccia a poca distanza da Torino. Non una residenza di caccia qualunque bensì un edificio talmente solenne da poter competere con la francese Versailles, regina di tutte le dimore reali europee.
Ci sono varie formule di ingresso alla Reggia, a seconda di cosa si desidera vedere; il biglietto più completo costa 25 euro ed è il Tutto in una Reggia (Reggia+Giardini+Mostre in corso). Io vi suggerisco di optare per quello cumulativo di 20 euro che comprende la visita di Reggia, Giardini e Borgo Castello alla Mandria. Volete mica perdervi la visione di due Residenze Reali Unesco in un sol giorno?

Giardini Reali
Una Residenza magnifica, dentro e fuori: i Giardini Reali sono fra i più vasti d’Italia, 60 ettari di quiete, bellezza, storia ai piedi delle montagne. L’ingresso è compreso nel biglietto della Reggia o acquistabile a parte al costo di 5 euro. Disseminati in mezzo al verde possiamo osservare i resti della Fontana d’Ercole e del Tempio di Diana, circondati da roseti, giochi d’acqua e dalla Peschiera; qui è molto probabile imbattersi in elegantissimi cigni e in un elemento non affatto piemontese, ma assai suggestivo. Trattasi di una…gondola! Cosa ci fa la tipica imbarcazione veneziana in quel di Venaria? La tradizione viene da lontano, dai fasti settecenteschi della corte sabauda che soleva offrire ai suoi ospiti un giro in gondola sulle acque del laghetto artificiale o sul Po, quando risiedeva al Castello del Valentino. Il servizio sarà di nuovo attivo nella bella stagione, a partire dal 6 aprile al 3 novembre 2019 ogni sabato, domenica e festivi al costo di 2 euro. Consigliato anche il giro sul trenino battezzato Freccia di Diana, che segue lo stesso periodo di attività della gondola, con tariffa di 4 euro e gratis per i bimbi fino a 3 anni di età.

La Mandria e Borgo Castello
Lasciamo adesso il lusso e la regalità barocca per inoltrarci in un “into the wild” del tutto sabaudo. E ve lo devo confessare, cari lettori, questa è la parte di Venaria che preferisco e che conosco meglio, meta di tante gite e di tanti momenti felici della mia vita. Un lungo viale – potete percorrerlo a piedi o in navetta – unisce la Reggia con il Parco La Mandria e Borgo Castello, dimora prediletta del primo re d’Italia Vittorio Emanuele II che vi abitò insieme alla moglie morganatica Rosa Vercellana, la Bela Rosin. Come i suoi antenati, anche Vittorio Emanuele era un estimatore della caccia, passatempo praticato negli sconfinati prati della Mandria in compagnia di amici, ospiti e dei suoi inseparabili cani.
Borgo Castello nacque proprio come nido d’amore del monarca sabaudo e della sua Rosa, per cui perse la testa nel 1847 a 27 anni, quando era già sposato con Maria Adelaide d’Asburgo-Lorena (e già padre di quattro figli), e che amò più o meno fedelmente fino alla fine della sua vita. L’arguta popolana, figlia di un tamburo maggiore dell’esercito, diventò la seconda moglie del re seppur morganaticamente, ovvero senza diritti sulla corona, ed ebbe da lui due figli, Vittoria ed Emanuele Alberto, ai quali fu dato il cognome fittizio di Guerrieri. Una curiosità su Emanuele Alberto Guerrieri, conte di Mirafiori: grande intenditore di vino, fu il fondatore della Tenuta vitivinicola Fontanafredda a Serralunga d’Alba, nel cuore delle Langhe, nonchè pioniere delle moderne tecniche di vinificazione e della diffusione del Barolo. Assolutamente consigliata una visita ed un percorso di degustazione nella cantina storica, considerata fra le 100 più belle al mondo, oltre ad una passeggiata nel Bosco dei Pensieri e nel villaggio.
Una vita semplice come semplici sono gli appartamenti ottocenteschi, certo semplici rispetto alle altre Residenze ma indubbiamente incantevoli. Girovagando per i diversi ambienti, nei salottini e nelle camere da letto, sembra quasi di entrare in una casa di bambola, dove ancora si percepisce l’amore che vi aleggiava. Dopo la morte del sovrano, Borgo Castello passò nelle mani del figlio primogenito e legittimo erede Umberto, che decise di disfarsene vendendo tenuta e terreni alla famiglia Medici del Vascello, che impiegò le strutture per una fruttuosa attività di allevamento. Nel 1976 la Regione Piemonte acquistò il castello e oltre 1300 ettari di parco (per un totale 3.124 ettari) istituendovi il Parco Regionale La Mandria, meta di allegre scampagnate estive e romantiche passeggiate autunnali sul tappeto di foglie cadute. Perché qui l’amore si sente davvero ovunque.
Sito: www.lavenaria.it
Facebook: La Venaria Reale
Parte dell’articolo è tratto da un capitolo del mio libro “Sua Bellezza Reale| Piccola guida alle Residenze Sabaude di Torino e dintorni”, uscito da poche settimane. Potete acquistarlo tramite questo link sul portale dell’editore di self publishing Youcanprint.
Venaria è semplicemente stupenda
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