Di tutti i piccoli riti di cui è composta la mia quotidianità, non rinuncerei mai all’ appuntamento con la mia tazza di tè, preferibilmente Earl Grey. Che sia al mattino, compagno inseparabile dei biscotti, o al pomeriggio dentro un mega mug fumante d’ ordinanza – anche nei mesi caldi – accanto al pc, il tè è una presenza costante nella mia vita, un modo per prendermi una pausa dagli impegni e regalarmi una coccola. Va da se’ che, da buona tea-addicted, abbia una particolare simpatia per il Cappellaio Matto, mi senta a casa in qualsiasi torteria, e invidi da morire gli inglesi che alle cinque prendono il tè insieme a quelle deliziose alzatine ricolme di ogni leccornia british, dai muffins agli scones.
E va da se’ che, quando mi sono imbattuta nel profilo di Rosalia Russo, sia rimasta a bocca aperta nel leggere qual era la sua professione. Sapete che lavoro fa Rosalia, sarda verace e torinese d’ adozione? La Tea Sommelier. Avete capito bene, cari lettori! E comprendo la vostra espressione di stupore, perché prima di conoscere Rosalia non sapevo nemmeno io che esistessero i sommelier della mia bevanda preferita (dopo il Bicerin, naturalmente!). Rosalia ha fatto della passione per il tè il perno della sua vita professionale dietro il nome d’ arte di Rose & More, e visto che noi donne cento ne pensiamo e centouna ne facciamo, sta per lanciare una grande novità, la Tea School. Volete saperne di più? Leggete un po’ qui sotto!
Rosalia, siamo tutti curiosissimi (io per prima!) di conoscere meglio la tua insolita e bellissima professione. Esattamente, chi è e cosa fa un Tea Sommelier?
Incontro sempre una certa difficoltà a raccontare cosa fa un sommelier del tè perché è una professione sconosciuta e anche misconosciuta. Non esiste infatti l’albo nazionale per questa categoria ma solo degli elenchi gestiti da associazioni, più o meno valide, presenti sul territorio italiano. Non hanno però la validità ne’ il riconoscimento professionale che hanno ad esempio quelli dei colleghi che si occupano di vino.
Il Tea Sommelier è un conoscitore del tè, della sua cultura e servizio, della degustazione e dell’abbinamento del cibo con il tè. Si occupa di scegliere il servizio da tè per tea room, ristoranti, strutture alberghiere ed eventi; sa selezionare i tè, gestisce la dispensa e la carta del tè, fornisce consulenze per i clienti dei locali. Organizza degustazioni e percorsi esperienziali. Io personalmente mi occupo anche di didattica perché amo insegnare e credo fortemente nell’ educazione alla cultura del tè.

Come sei arrivata a questa scelta di vita lavorativa, e cosa ti ha portato dalla tua ventosa Sardegna alla nostra Torino grigia metallizzata?
Il tè è sempre stata una presenza concreta nella mia vita e nella mia alimentazione. A casa mia non mancava mai e il pomeriggio era sempre un buon momento per stare assieme e prendere il tè. Questo ricordo di calore e di famiglia riunita, di senso di condivisione e di appartenenza, mi è rimasto dentro come un’ impronta identitaria. Sono una persona curiosa e appassionata, ho cominciato a studiare il tè e il suo meraviglioso mondo per un senso di sazietà culturale a cui aspiro di continuo. Sono approdata a Torino dieci anni fa per amore e per l’ Università: ho studiato archivistica e storia e mi sono specializzata in storia della Resistenza femminile, discipline che amo moltissimo. Anche queste mi hanno indicato la strada dell’ insegnamento, facendomi capire che la volontà di trasmettere le mie passioni è talmente forte da poterci incentrare la mia vita.
Lasciare la mia amata isola non è stato facile e il mal di Sardegna è la parte peggiore del vivere a Torino: noi sardi siamo conosciuti per essere uno dei popoli più nostalgici. Nonostante tutto la città della Mole è per me una seconda casa, l’unica in cui voglio vivere se devo stare lontana da quella in cui sono nata.

Stai per iniziare un nuovo, grande progetto. Parlaci della tua Tea School!
La mission di Rose e More è quella di diffondere la cultura del tè in modo semplice e popolare ed è per questo che mi definisco una easy tea sommelier. I corsi sul tè sono un buon modo per far arrivare il tè e la sua cultura nelle tazze delle persone, ma la scuola del tè si propone un passo in più. Nasce per accompagnare i tea lover in un percorso più strutturato, in un’esperienza non solo formativa ma quanto più possibile focalizzata sulla condivisione e sulla cura di sé attraverso il tè. Ci sarà molta pratica, perché il metodo empirico è quello che mi emoziona di più, le nozioni fredde e sterili possiamo impararle anche da soli, le esperienze assieme ad un gruppo unito dalla stessa passione possiamo farle solo in un contesto di classe.
Questo grande progetto della Tea School sta per cominciare, le iscrizioni scadono il 20 marzo e sono davvero molto emozionata perché sarà una scuola speciale, un po’ anticonvenzionale. Vorrei che ricordasse l’atmosfera conviviale e arricchente che si respira al Club del tè, un club gratuito che coordino una volta al mese da Portmanteau di Nicoletta Daldanise con il supporto di Marzia Allietta di Coffee & Mattarello, così che tutti i miei allievi possano sentirsi come a casa.

Rosalia, Torino e il Piemonte. Quali sono i tuoi luoghi del cuore?
Torino mi è entrata nel cuore, con la sua storia meravigliosa di prima capitale, di salotti risorgimentali e di giovani partigiani coraggiosi. Abbiamo avuto momenti difficili, quando la paura di non farcela e la voglia di tornare in Sardegna era ai massimi livelli. Torino non si è mai arresa con me, mi ha conquistata svelandosi piano e con maestosità. Ogni strada del quadrilatero romano, tutti i caffè storici, i divertenti modi di dire, i gianduiotti (soprattutto i gianduiotti!), mi hanno fatto innamorare a fuoco lento. Torino è magnifica anche col cielo grigio, e detto da una sarda che deve integrare la vitamina D da quando vive in Piemonte, credo sia un bellissimo complimento.
Ho diversi luoghi del cuore, per lo più nel centro storico per deformazione accademica. Uno di questi, che ho indicato anche come Urban travel nella guida di Torino creata da Portmanteau e da altri City generator, è piazzetta IV Marzo, un piccolo slargo che porta un nome importante, quello della promulgazione dello Statuto Albertino. Quando vivevo in quella zona, soprattutto in primavera quando il sole si faceva tiepido, mi prendevo delle pause dallo studio matto e disperatissimo e mi preparavo un tè da passeggio. Andavo a sedermi sotto gli alberi di quella piazzetta, con la mia tazza termica, e sorseggiando la mia bevanda del cuore pensavo alla fortuna grande che mi era capitata di poter vivere in questa città sorprendente.
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