La storia che si studia sui libri di scuola ci parla poco delle donne. Gli uomini erano re, condottieri, imperatori, soldati, eroi. E l’altra metà del cielo cosa faceva nel frattempo? Tesseva tele di vita, scriveva storie che sono arrivate a noi nei secoli sorvolando i tomi di studio. Forse per questo sentiamo le figure femminili del passato più vicine. Regine e principesse non perfette, piene di meravigliose contraddizioni, di determinazione e di voglia di esprimere se stesse. Come tutte le donne, in qualsiasi epoca.

Le Residenze Reali Unesco dei Savoia racchiudono numerose storie di donne, alcune più delle altre. Come il castello di Moncalieri, comune della prima cintura sud di Torino. Vista da fuori, la Residenza Sabauda, con i suoi quattro torrioni angolari parallelepipedi e il suo color mattone austero, non sembra fatta per i vezzi femminili. In realtà, dentro tutto ci parla delle sue antiche abitanti. A cominciare dalla duchessa Jolanda figlia del re di Francia, sposa di Amedeo IX di Savoia e poi reggente alla prematura scomparsa di lui, che nel XV secolo trasformò quello che era inizialmente un fortino militare – le prime tracce documentali risalgono al 1228, quando Moncalieri fu fondata da un gruppo di abitanti di Testona, attuale frazione della cittadina – in una dimora nobiliare e villa di delizie, continuando con le più recenti Maria Clotilde di Savoia e Maria Letizia Bonaparte. Addirittura, leggenda racconta che c’è una componente della famiglia che non vuole abbandonare le sue mura: il castello di Moncalieri pare sia infatti spesso “visitato” dallo spettro della Bela Rosin Rosa Vercellana, amante e poi moglie morganatica di Vittorio Emanuele II primo re d’Italia.

Fra tutte, Maria Clotilde è forse la figura più legata al castello di Moncalieri e alla cittadina in generale. Conosciuta con l’appellativo la santa di Moncalieri, Maria Clotilde era la figlia primogenita di Vittorio Emanuele II, dotata di un carattere dolce e devoto che la fece amare da chiunque tranne che dal suo legittimo consorte. Clotilde sposò per esigenze di stato (scelta caldeggiata da Cavour in particolar modo, desideroso di stringere accordi politici con la Francia) il principe Napoleone Giuseppe Carlo Bonaparte detto Gerolamo, cugino dell’allora imperatore Luigi-Napoleone e nipote di Napoleone I, generale francese dongiovanni proprio come il famoso zio. Dopo il naufragio del matrimonio causato dalle innumerevoli infedeltà del marito, Clotilde rientrò in Piemonte da Parigi e si ritirò nel suo amato castello dove morì nel 1911. Una statua della principessa in estasi mistica è conservata nella chiesa di Santa Maria poco distante dal maniero, a simboleggiare l’affetto della cittadina per questa figura femminile di casa Savoia.

Diametralmente opposta era l’indole di sua figlia Maria Letizia Bonaparte, una vera e propria principessa ribelle. Se Maria Letizia fosse vissuta negli anni 2000 sarebbe stata di sicuro la regina dei rotocalchi e la protagonista delle riviste di gossip. Anticonformista, amante della bella vita e delle corse automobilistiche – che frequentava e in cui spesso vestiva i panni di madrina – Maria Letizia sposò sempre per ragioni di stato lo zio Amedeo, fratello della madre. Rimasta vedova dopo poco tempo, diede scandalo legandosi ad un ufficiale più giovane di una ventina d’anni. La relazione andò avanti fino alla morte di lei che avvenne nel 1926 proprio nel castello moncalierese, e il misterioso militare venne nominato erede universale di tutti i beni della principessa secondo quanto scritto nel testamento.

E oggi? Il castello è sede di una caserma dei Carabinieri ed è visitabile su prenotazione, dopo la recente riapertura a seguito del drammatico incendio del 2008 che ha devastato alcuni ambienti del torrione sud-est fra cui la sala del Proclama. Il percorso comprende gli appartamenti di Maria Letizia, di Maria Clotilde, di Vittorio Emanuele II oltre alla Cappella Reale. La visita permette di accedere al torrione interessato dall’incendio, dove si può apprezzare il lavoro di restauro conservativo operato negli ambienti più danneggiati attraverso l’applicazione di pannelli in Pvc. Altre camere sono invece state riportate al loro splendore e per nostra fortuna possiamo godere ancora la vista delle tappezzerie originali, degli stucchi e delle ricche decorazioni dove il dorato la fa da padrone indiscusso. Degno di nota è inoltre lo scenografico scalone ottocentesco in marmo di Carrara voluto da re Carlo Alberto.

Fuori, ecco che l’anima femminile del castello ci sfiora di nuovo, salutandoci con una scia profumata. E’ il Giardino delle Rose, utilizzato dal Comune di Moncalieri per ospitare eventi, mercatini e spettacoli soprattutto durante la bella stagione. Il Giardino delle Rose è un altro degli angoli del castello collegato alle principesse Savoia, che fecero dell’antica area della rimessa per le carrozze un ridente vivaio fiorito. Maria Letizia volle addirittura creare un premio per la rosa più bella, concorso che è stato ripristinato negli ultimi anni.
Avete ancora dubbi su quale sia il castello più rosa fra le Residenze Sabaude?
Vorrei far visita al Castello di Moncalieri. Quale numero bisogna fare per prenotare una visita guidata? Grazie.
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Buonasera Anna Rita, le prenotazioni sono gestite dal Consorzio delle Residenze Reali Sabaude:
tel. 011 4992333 (dal lunedì al venerdì: ore 9.00-17.00; sabato: ore 9.00-13.00). Un saluto, Federica.
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