#DonneDelVinoUnesco, il lato rosa di Langhe, Roero e Monferrato: intervista a Valeria Gaidano di Tenuta Tamburnin

Donne del Vino Unesco (1)

Inauguro oggi un nuovo filone di interviste incentrato su quattro temi portanti: vino, giovani donne, Unesco, Piemonte.

#DonneDelVinoUnesco – il lato rosa di Langhe, Roero e Monferrato è il titolo di una serie di interviste periodiche ad imprenditrici di aziende enologiche di Langhe, Roero, Monferrato, i tre territori vitivinicoli dichiarati dall’ Unesco Patrimonio dell’ Umanità nel 2014. Le #DonneDelVinoUnesco che ho scelto di intervistare hanno dai 20 ai 40 anni circa, una scelta non a caso. Il mio intento è infatti quello di capire cosa spinge una giovane donna ad intraprendere un mestiere antico legato ai cicli della terra, all’ agricoltura, spesso tramandato da genitori e nonni. Salta all’ occhio un comune denominatore ed è l’ amore per le radici, la percezione di appartenere profondamente al luogo dove si è nati o cresciuti come se fosse impresso nel DNA. D’ altra parte,Cesare Pavese – uno che di colline e vigneti se ne intendeva – scriveva  “Che cos’è questa valle per una famiglia che venga dal mare, che non sappia niente della luna e dei falò? Bisogna averci fatto le ossa come il vino e la polenta, allora la conosci senza bisogno di parlarne.”.

Le interviste sono composte sempre da quattro domande uguali per tutte le imprenditrici coinvolte, per offrire a voi Dire Fare Lettori punti di vista differenti rispetto ad uno stesso argomento. L’ ordine di pubblicazione segue un semplice ordine cronologico di arrivo delle risposte da parte delle intervistate. Bene, le istruzioni le ho date. Calice alla mano, siamo pronti a partire!

 

Il nostro viaggio nelle terre Unesco delle donne del vino parte da Castelnuovo Don Bosco. Siamo in provincia di Asti, nella zona del Basso Monferrato. Torino dista solo una ventina di chilometri, Asti un po’ di più. Castelnuovo è un crocevia di territori rivestito di una bellezza particolare fatta di silenzi mistici, di strade curvilinee, di distese di campi e vigneti, di colline morbide, di campanili. Porta nel nome la memoria del suo più celebre cittadino, quel San Giovanni Bosco nato nel 1815 in frazione I Becchi e di cui conosco a menadito vita, morte e miracoli (pare che i miracoli li facesse davvero) avendo frequentato per buona parte della mia vita scuole Salesiane, dove il mitico Don era sinonimo di festeggiamenti a base di pane e salame il 31 gennaio e gite alla basilica di Castelnuovo a lui intitolata. La chiesa è molto bella ed imponente ma ora vi svelo un altro motivo per visitare il piccolo comune astigiano, terra di santi e anche di vini. Il motivo si chiama Tenuta Tamburnin.

foto gen azienda leggera

Ho visto l’ incanto della Tenuta settecentesca e dei suoi nove ettari di vigneti due volte, la prima in occasione del tour location per il mio matrimonio, la seconda per scalare la Panchina Gigante color verde acqua, circondata dai filari di proprietà della famiglia Gaidano. Papà Piergiorgio ha acquistato Tamburnin nel 2004 e da allora la gestisce insieme alle figlie Elena, Valeria e Claudia, regalando una nuova vita sia al luogo prescelto che ai membri dell’ intera famiglia. Questa è la loro storia raccontata da Valeria, una storia profumata di Freisa, vitigno tipico di queste colline.

Parlaci di te e di come sei arrivata a diventare una #DonnaDelVinoUnesco!

Mi sono avvicinata al mondo del vino nel 2004 , per un cambio di vita mio e della mia famiglia dovuto all’acquisto, in quell’anno, della Tenuta Tamburnin, dimora settecentesca da ristrutturare con vigneti , di cui siamo innamorati. Da allora è partita la nostra mission, riportare la Tenuta allo splendore del passato inventandoci da zero attività che ci permettessero un buon stile di vita ed il mantenimento degli edifici storici.

vale

Dal 2004 al 2010 Tenuta Tamburnin ha rappresentato la passione del week end, visto che in quegli anni abitavo a Carmagnola e svolgevo la professione di bancaria a Torino.
Nel luglio 2010 sono passata dalla “noia della banca” alla “gioia della vigna” definitivamente, facendo della gestione dell’ azienda vitivinicola la mia unica professione. Mi sono diplomata sommelier Ais nel giugno del 2015 e sono inoltre socia dell’ Associazione Nazionale Le Donne del Vino.

Come si svolge di solito una tua giornata lavorativa? 

Trovo che il mio lavoro sia bello perchè estremamente vario: non so mai il giorno prima cosa mi attenderà il giorno dopo! Scherzi a parte, mi occupo sia del commerciale che della contabilità dell’ azienda vitivinicola, insieme alla gestione di camere e location con il prezioso aiuto di mia sorella Claudia, da un annetto in azienda con me.

cantina storica

Nelle piccole aziende, si sa, bisogna essere dei tuttofare; oltre al lavoro quotidiano, occorre trovare il tempo per visitare i clienti , partecipare a fiere all’ estero per trovare nuovi sbocchi e mercati, seguire l’accoglienza delle visite in cantina… insomma , non ho orari ne’ giorni di riposo prestabiliti, ma se ami il lavoro che fai e se dietro c’è la passione, nulla ti pesa.

Vino e turismo: consigliaci un percorso di esplorazione per una gita nel tuo territorio! 

Il nostro territorio è da sempre conosciuto come la terra di santi e di vini. Oltre alla nostra, numerose sono le cantine che si possono visitare su prenotazione, dislocate nei piccoli borghi arroccati. Nella bella stagione consiglio un’ escursione in e-bikes, bici con pedalata assistita che è possibile noleggiare da noi. Per i più sedentari anche la macchina è perfetta, anzi indispensabile per raggiungere queste colline.

vigne

Consiglio sicuramente la visita all’ Abbazia di Vezzolano, uno dei principali esempi di Romanico piemontese che abbiamo la fortuna di avere a due passi , abbinata al Belvedere Motta di Albugnano, da cui nelle giornate limpide si può ammirare l’ arco alpino. Poi i borghi di Pino d’ Asti e Moncucco con il loro castelli ricchi di storia. Inoltre, nei nostri vigneti è possibile raggiungere la Panchina Gigante #TamburGreen del circuito Big Bench Community Project, la più vicina alla città di Torino.

Il tuo vino preferito è…

La Freisa sicuramente! Vitigno autoctono di questo territorio, molto versatile proprio come noi donne, vino difficile da vinificare nella versione ferma invecchiata ma che sa donarti altrettante soddisfazioni.

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Le nostre due versioni di Freisa sono tutte al femminile: La Giulietta Freisa d’Asti Doc vivace dedicata a Giulia , mia nipote e figlia di Elena, e Le 3 Seuri Freisa d’Asti Doc Superiore, una dedica di papà Piergiorgio a noi tre figlie.

 

Tenuta Tamburnin

Frazione Bardella, 2/4
Castelnuovo Don Bosco (AT)

Sito: http://tamburnin.it/

Facebook: Tenuta Tamburnin

Instagram: Tenuta Tamburnin

[photo credits: Tenuta Tamburnin]

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