Monferrato da scoprire e da amare: il mio press trip fra Cattedrali Sotterranee, Distillerie e Spa vista colline

Sapete cosa sono i travel dreams?  Sono quei posti che compongono la lista dei desideri del viaggiatore, una sorta di lettera di buone intenzioni per i mesi a venire, per le vacanze e i fuori porta da programmare. Bene, nonostante non sia una grande viaggiatrice – causa primaria, la mia irrimediabile fifa dell’ aereo – ho anche io la mia letterina segreta (o meglio, il file Word) dei travel dreams, rigorosamente a chilometro quasi zero! Negli scorsi giorni ho con enorme felicità aggiunto una spunta ad una voce della suddetta lista, una voce che recitava così: Monferrato e cattedrali sotterranee del vino.

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L’ occasione si è presentata grazie al press trip “La Scoperta dei Luoghi Segreti del Monferrato”. Il tour è stato un assaggio delle bellezze e delle tante eccellenze enogastronomiche del territorio monferrino, racchiuso fra le provincie di Asti ed Alessandria in un susseguirsi di dolci colline, distese di girasoli, vigneti e borghi senza tempo. Un piccolo compendio del Piemonte più autentico, da lasciare senza fiato, senza nulla da invidiare alle più note e vicine Langhe con le quali condivide dal 2014 il prestigioso riconoscimento di Bene dell’ Umanità Unesco.

Il nostro maestro di cerimonie è stato Andrea Casalegno del relais Rocca Civalieri. Frizzante come una coppa di Asti Spumante, Andrea ha accompagnato me e gli altri blogger e giornalisti presenti in tutte le tappe del tour, ideato per valorizzare i sentieri tematici di cui vi parlerò più avanti.

La prima tappa è Canelli, cittadina astigiana con una tradizione vitivinicola unica e peculiare: qui nacque il primo spumante italiano rifermentato in bottiglia, prodotto cioè attraverso il “metodo classico” alla maniera degli Champagne ed ottenuto da uve Moscato. Ma Canelli è anche patria delle cattedrali sotterranee, particolari cantine storiche scavate nel tufo delle colline per la conservazione dei vini. Perché cattedrali? Vi consiglio di recarvi direttamente sul posto e di scoprirlo sulla vostra pelle, vi anticipo però che la loro solennità è tale da incantare e al contempo incutere un’ ossequiosa riverenza difficile da rendere a parole. Questi capolavori di architettura enologica contengono migliaia di bottiglie di vino pregiato, lasciate fermentare alla temperatura costante di 12-14° sotto volte in mattoni a vista risalenti agli inizi del XIX secolo.

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La tutela Unesco è estesa a quattro cantine di Canelli dotate di cattedrali sotterranee, ovvero Gancia, Bosca, Contratto e Coppo, la nostra meta della mattinata. Dopo il benvenuto e le presentazioni di rito, ci immergiamo nel ventre di tufo popolato da botti e bottiglie, pervaso dal profumo di uva fermentata. E di amore. Già, dietro alla nascita dell’ azienda avvenuta nel lontano 1892 c’è una love story tutta piemontese, e ce la racconta il sorridente Luigi, la quarta (giovane) generazione Coppo che ci guida nei particolarissimi tunnel. L’amore sbocciato fra Piero Coppo, originario di Casale Monferrato, e Clelia Pennone, erede delle omonime cantine di Canelli, fu infatti il primo mattone fondante dell’ azienda, dal 2012 inserita da UnionCamere nel registro nazionale delle imprese storiche con più di un secolo anni di ininterrotta attività nel medesimo settore merceologico. Una storia personale che si intreccia con la storia aziendale della cantina, protagonista insieme ad altre del rilancio del Barbera avvenuto circa trent’ anni fa, quando alcuni imprenditori illuminati della zona fecero una scommessa ardita rivelatasi vincente: puntare sul vitigno autoctono, estremamente versatile, facendolo diventare da vino semplice da tavola un vino di prim’ ordine. Così nel 1984 nacque il Pomorosso, cavallo di battaglia di Coppo, e l’ anno successivo arrivò il Camp du Rouss.

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Tempo di una piacevolissima degustazione e via, verso il borgo alessandrino di Quattordio, la seconda tappa dove ci aspettano le meraviglie ed il relax di Rocca Civalieri.

Il relais, composto da ventinove camere, è adagiato nel verde fra collina e pianura, una struttura di grande impatto visivo con il suo sapiente mix di elementi antichi e moderni frutto di una recente ristrutturazione. C’è da rimanere incantati dagli spazi ariosi sia esterni che interni, dall’ eleganza degli ambienti e dalla storia secolare del luogo – lo sapete cari lettori che dove c’è storia c’è Dire Fare Mole – citato per la prima volta nel 1322 come “castrum de Rocha Sparavera” e divenuto ufficialmente Rocca Civalieri nel 1582 con l’acquisto da parte di Gian Giacomo Civalieri, Gran Cancelliere di Cristierna di Oldenburg. Cristierna era la figlia del re di Danimarca, Norvegia e Svezia, arrivata in Monferrato grazie al matrimonio con Francesco II Sforza, ultimo duca di Milano; alla morte del marito, avvenuta appena pochi mesi dopo le nozze, ereditò la signoria di Tortona.

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Cristierna vi darà il benvenuto guardandovi placidamente dal quadro che la ritrae, appeso alla parete della sala a lei intitolata. Piccola curiosità, la tela in questione è una copia di quella eseguita dal pittore Hans Holbein nel 1538, quando re Enrico VIII di Inghilterra lo incaricò di girare le corti europee per ritrarre giovani principesse nubili – o vedove, come nel caso di Cristierna – da impalmare. Non aveva fatto i conti con il carattere indomito di Cristierna, per nulla propensa a concedere la mano ad un uomo che aveva fatto uccidere la sua seconda moglie, Anna Bolena (per la cronaca, Enrico VIII ebbe in tutto sei mogli e ne fece decapitare due).

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Sarà l’ influenza del passato regale, ma a Rocca Civalieri mi sono sentita davvero una principessa: lo staff ci ha coccolati con un pranzo delizioso preparato dallo chef del ristorante interno Corte dei Civalieri, e dopo un tour della struttura ci ha regalato un’ ora e mezza di relax nella bellissima Spa, composta da piscina esterna, vasca idromassaggio, sauna, bagno turco, docce emozionali e spazio per trattamenti personalizzati. Prima di lasciare questo angolo di paradiso, Marco Casalegno, proprietario del relais e cugino di Andrea, ci parla più approfonditamente del progetto “I tre sentieri del Monferrato Sconosciuto”, pacchetti di soggiorno più attività a disposizione dei loro clienti. I sentieri – suddivisi nelle aree tematiche I Sentieri del Vino, I Sentieri della Cultura e I Sentieri dell’ Outdoor – prevedono itinerari di mezza giornata oppure di una giornata intera con pernottamento e prima colazione, lunch o cestino del pic-nic gourmet, cena in hotel, relax nella zona benessere, massaggio e utilizzo della piscina, con un range di prezzi che va da un minimo di 80 € ad un massimo di 270 € a persona. Insomma, tre soluzioni “chiavi in mano” per poter godere appieno delle meraviglie di questo generoso territorio, soggiornando in un relais a 4 stelle accessibile.

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Dopo il piacere? Ancora il piacere, ovvio! Salutiamo Rocca Civalieri e ci dirigiamo verso l’ultima meta del tour, la Distilleria Mazzetti d’Altavilla situata ad Altavilla Monferrato. Restiamo sui Sentieri del Vino concendendoci una divagazione con la grappa, altra eccellenza della zona. E che eccellenza, aggiungerei. Mazzetti d’ Altavilla è infatti la più antica azienda produttrice di grappa nel nord-ovest d’ Italia, attiva da 171 anni con la settima generazione formata dalle tre giovanissime sorelle Elisa, Chiara e Silvia. Un pink team al femminile – come piace a Dire Fare Mole, fiera sostenitrice delle donne imprenditrici – e non solo nella dirigenza, visto che il 90% degli impiegati è composto da donne. Una gran bella quota rosa, non c’è che dire! Il nostro Cicerone è però la quota azzurra Claudio Galletto, Responsabile Ufficio Stampa a cui è affidato il compito di narrarci la lunga storia della distilleria e del bell’ edificio ottocentesco che la ospita (nel quale, se vi interessa, ci si può anche sposare!).

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Il tocco femminile può sembrare insolito in un settore così mascolino come la distillazione della grappa, bevanda adatta ai palati forti, eppure vi dirò che la morbidezza era ovunque e catturava tutti i sensi. Dalla vista, rapita dalle bottiglie artistiche e dalla successione di botti nella cantina, al palato, solleticato dalla degustazione di grappe accompagnata da ottima merenda sinoira a base di nocciole, formaggi e salumi locali. Grappe 100% piemontesi: Mazzetti ha 120 conferitori di vinaccia esclusivamente regionali, con punto massimo di distanza a Barolo, nelle non lontane Langhe. E ogni vinaccia viene lavorata a se’, non mescolando vitigni diversi nella distillazione. Oltre alla femminilità, Mazzetti si distingue anche nella sostenibilità, essendo l’ intero complesso alimentato ad energia solare, con l’ ausilio di energia eolica e idrica nei mesi meno soleggiati.

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Il tempo è volato, ed è giunta l’ ora di rientrare a Torino. Salutiamo Claudio, Andrea, Elena e i nostri compagni di tour con il sorriso sulle labbra e già un po’ di nostalgia per il Monferrato, questo territorio dolce e generoso ricco di storia e storie in cui non vedo l’ora di tornare. Ci sarete anche voi?

 

[photo credits: Dire Fare Mole]

6 commenti

    • Buonasera Gianluigi, correggo l’ inesattezza sulla vicinanza fra Canelli e Casale. Per quanto riguarda l’ appartenenza di Canelli al Monferrato Astigiano, mi è stata confermata dalle persone che mi hanno guidato al blogtour, che sono persone del luogo, e da ricerche effettuate personalmente. Un saluto e grazie per le precisazioni ed i consigli! Federica

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      • Non hai visto le cattedrali se non hai visto quelle di contratto sempre a canelli. E il sito di Rocca civalieri non incarna la tipologia di borgo monferrino e neppure la sua cucina

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      • Come già specificato nell’articolo, sono stata invitata, insieme ad altri blogger e a giornalisti di testate di viaggi e turismo, per visitare i siti citati. L’ organizzazione del tour è stata promossa dalle persone nominate nell’ articolo, professionisti appassionati del territorio nel quale vivono e lavorano, con energia encomiabile e voglia di fare squadra per promuovere quanto di bello c’è nell’ astigiano e nell’ alessandrino. Mi dispiace che il messaggio non sia arrivato, me ne rammarico. Grazie lo stesso per essersi soffermato a leggere il pezzo. Federica.

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