Sbirciano dalla sommità di un colle, sono eroicamente arrampicati sulla montagna, guardano un lago o una sponda marina con muta ammirazione.
Sono i borghi, luoghi di tradizione, cultura e bellezza dove il passato comunica con il presente in modo costante, e questo è il loro momento: il 15 febbraio scorso è stato inaugurato a Roma “L’ anno dei borghi”, iniziativa voluta e promossa dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.

Dopo un 2016 dedicato ai cammini, il 2017 celebra un altro aspetto importante del paesaggio e della cultura italiana, il lato del Belpaese fatto di piccoli contesti, di posti dove il tempo si è fermato ma dove non vede l’ora di ripartire. Tanti sono infatti i casi di persone (soprattutto giovani sulla trentina) che hanno scelto di tornare lassù, di ripopolare borgate semi o interamente abbandonate dedicandosi a mestieri legati alla terra o al lavoro artigiano delle botteghe dei nonni, scrivendo un capitolo di vita personale del tutto nuovo nonostante il suo sapore ancestrale. E scrivendo un nuovo capitolo di rinascita per i borghi.
Una rinascita sostenuta e tutelata anche da diverse associazioni nazionali. Su tutte, Il Touring Club Italiano, con le Bandiere Arancioni conferite a partire dal 1998 ai paesini dell’entroterra e il Club dei Borghi più Belli d’ Italia, nato nel 2001 su impulso della Consulta del Turismo dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani. Associazioni diverse ma con uno scopo comune, quello di premiare da una parte i paesi virtuosi e dall’ altra aiutarli a uscire dal cono d’ombra delle grandi città turistiche, mettendo in luce i loro tesori – spesso celati – e incentivando uno slow tourism lontano dalla frenesia e all’ insegna della sostenibilità. Come si viaggia in modo sostenibile? Rispettando le peculiarità tanto naturali quanto artistico -culturali della meta prescelta, cercando di vivere appieno lo spirito del luogo, assaporando l’autenticità delle sue tradizioni e scavalcando i diktat del turismo di massa.

Un tipo di turismo possibile anche in Piemonte. La nostra Regione è cosparsa di borghi, alcuni conosciuti, alcuni meno, meravigliosi dal primo all’ ultimo, da quelli situati al confine con la Liguria (altra Regione densa di borgate magiche, come Dolceacqua e Apricale) a quelli adagiati ai piedi delle Alpi dell’estremo nord. Il Piemonte conta 24 Bandiere Arancioni e 11 Borghi più Belli d’Italia, di cui rispettivamente 4 e 1 in provincia di Torino. Usseaux è il re dei borghi torinesi, essendo l’unico comune presente in entrambe le liste, e non posso che essere d’accordo. Ve ne avevo parlato nell’ articolo Usseaux,uno dei borghi più belli d’Italia,e la magia del lago Laux, e confermo che il paese della Val Chisone, con le pittoresche frazioni, le tracce occitane, i murales e i deliziosi piatti tipici è da mettere nella vostra to do list delle gite fuori porta per la primavera in arrivo. I Paesi Arancioni sono invece Agliè, sede del castello ducale dei Savoia e del Meleto, casa del poeta Guido Gozzano, Avigliana, la cittadina dei due laghi e dell’incantevole centro storico medievale, infine Fenestrelle, noto come il paese dell’omonimo Forte sabaudo, mirabolante sistema difensivo settecentesco abbarbicato sulla montagna che con la sua superficie di 1.350.000 mq di compendio e la lunghezza di 3 Km detiene il primato di fortezza più grande d’Europa.

Ma lo stupore non si ferma qui: poche ore di macchina o di treno ci separano da Orta San Giulio (NO), uno dei mie posti del cuore nonché località romantica per antonomasia, da Candelo (BI) e il suo ricetto medievale, da Cannero Riviera e Cannobio (VB) sul lago Maggiore, dalle Langhe da sogno e i vigneti di Barolo, La Morra, Monforte d’ Alba e Grinzane Cavour (CN). Ogni borgo racchiude sorprese e itinerari che aspettano solo di essere svelati e percorsi. L’elenco completo lo trovate ai link
http://borghipiubelliditalia.it/piemonte e www.bandierearancioni.it/localita.
Cartina alla mano, smartphone di ordinanza per immortalare e diffondere il fascino dei borghi, i consigli di Dire Fare Mole sott’ occhio … bene, ora siete pronti a partire!
[photo credits: Dire Fare Mole]
Orta San Giulio mi piace da matti! Ci andavo da piccola con i miei genitori e avevo sempre l’impressione di vivere in un posto da fiaba. Forse è anche per via di un libro di Gianni Rodari ambientato proprio sull’isola 🙂
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Orta è una favola in tutto e per tutto, ed è uno di quei posti dove non mi stanco mai di tornare! Anzi, adesso devo proprio programmare un bel week end vista lago perchè la nostalgia si sta facendo pressante 😉
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