Come ogni favola che si rispetti, anche la storia di Torino ha un’incantevole ed indiscussa protagonista. Sto ovviamente parlando della Mole Antonelliana, per tutti i torinesi “la Mole”, unica, svettante, bellissima regina della città.
Della Mole credo saprete già tutto. Fiumi di inchiostro – o meglio, per essere al passo con i tempi, pagine di blog e siti – sono stati versati su di lei. Ma Dire Fare Mole può non dedicare un articolo alla sua musa? Certo che no. E ha quindi giocato sui dati anagrafici dell’edificio, per scoprire (e farvi scoprire) qualche aneddoto curioso. Ecco la carta d’identità del simbolo torinese per eccellenza!
Data di nascita: 10 aprile 1889, il giorno in cui la Mole venne ufficialmente inaugurata.
Genere: elegante, austera, longilinea, ama essere al centro dell’attenzione – infatti tutta la città ruota intorno a lei – e (soprattutto nell’ultimo periodo) cambia spesso look e colore. Indubbiamente femmina … che ne dite?
Altezza: Quello che avrebbe dovuto essere un edificio altro 47 metri, si trasformò negli anni in un’opera imponente, un sunto fra elementi neoclassici e neogotici unico nel suo genere. Dopo vari step intermedi nel corso della sua edificazione, la Mole arrivò alla ragguardevole vetta di 167, 5 metri. L’opera dell’Antonelli è stata la costruzione più alta di Torino sino al 2011, quando ha dovuto cedere lo storico primato al Grattacielo della Regione Piemonte, progettato dall’architetto Massimiliano Fuksas. La sua edificazione è frutto di una deroga che riguarda proprio il simbolo di Torino: la regola del Comune che prevedeva l’obbligo di non costruire edifici più alti della Mole fu limitata infatti solo al centro storico della città. Situato nel quartiere Nizza Millefonti, a pochi passi dal Lingotto, il palazzo è destinato a riunire tutti gli uffici della Regione disseminati in varie zone della città e raggiunge l’altezza di 209 metri.
Professione: si può dire che la Mole sia una custode di tesori. Al suo interno si trova dal 2000 il celeberrimo Museo Nazionale del Cinema, una delle mete turistiche di punta della città sabauda. Scrigno contenente memorabilia del cinema italiano ed internazionale, il Museo è intitolato a Maria Adriana Prolo, storica del cinema e collezionista, nonché artefice del progetto museale. Il materiale raccolto dalla Prolo sin dagli anni ’40 del XX° secolo fu in un primo momento sistemato in un’ala di Palazzo Chiablese. Dopo quasi cinquant’anni l’allestimento trovò definitiva collocazione presso la Mole, diventando un’attrazione imperdibile non solo torinese ma italiana. Distribuito su vari livelli, il Museo contiene cimeli preziosi come il mantello ed il copricapo che Peter O’Toole indossò in “Lawrence d’Arabia”, un bustino nero della divina Marylin Monroe, manifesti originali nonché contratti di lavoro di colossi del cinema, fra cui quelli di Gary Cooper e Orson Welles. Ma i tesori non sono solo cinematografici: prendendo l’ascensore, si può arrivare sino alla guglia della Mole, una salita fra vertigine ed emozione per dominare la città dall’alto. E come diceva Leonardo Di Caprio in Titanic, qui vi sentirete davvero “I re del Mondo”… o perlomeno, i re di Torino!
Segni particolari: bellissima. E misteriosa. Se guardate bene, vi accorgerete che sulla punta della guglia si trova una stella. Un simbolo sospeso fra arte ed esoterismo, come tutto qui a Torino. La stella non è però originaria: inizialmente al suo posto vi era un angelo, o meglio, un genio alato, alto circa 4 metri e colorato in oro. Posto sulla sommità della Mole il giorno dell’ inaugurazione, il genio protettore ebbe però vita breve; nel 1904 venne infatti abbattuto a causa di un violento nubifragio, restando in bilico sul terrazzino sottostante. Un altro nubifragio, di uguale intensità, causò invece nel 1953 la caduta di ben 47 metri della guglia, che precipitò nel giardino sottostante, per fortuna senza provocare danni alle persone. I lavori di ripristino e consolidamento della cupola terminarono nel 1960, ma per l’inaugurazione si attese il 31 gennaio 1961, in modo che la riapertura combaciasse con le celebrazioni per l’anniversario dei cento anni dell’Unità d’Italia.
Stato civile: impegnata … con tutti i torinesi. Che la amano alla follia!

E ricordiamo anche la superstizione dei torinesi per cui se sali in cima, non ti laurei più! 😉
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Giusto cara Elisa! A Torino le leggende sono di casa!
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