Lunedì non è certo il giorno più rilassante della settimana, ed è cosa risaputa (ahinoi!).
Quindi Dire Fare Mole vi vuole fare un piccolo regalo: mettetevi comodi al ritorno dal lavoro, accendete il pc – o date un’occhiata allo smartphone pigramente seduti sul divano – e … gustatevi questa intervista tutta all’ insegna del relax!
Oggi vi parlo infatti di Yoga e Shiatsu insieme a Roberto Emanuel; i lettori più assidui ricorderanno la mia chiacchierata virtuale con la deliziosa Emma Fassio di Emma Fassio Knitting (Passione Knitting e Handmade), in cui si accennava anche alla rubrica “Yoga per Knitters e Creativi”, inserita nel suo blog dedicato ai lavori a maglia e curata proprio da Roberto.
Roberto è immerso nell’Oriente: partendo da una passione giovanile per le arti marziali, arriva all’ insegnamento di Odaka Yoga, stile di cui è attualmente l’unico rappresentante qui a Torino.
Curiosi di saperne di più su questo originale – e quasi zen – accostamento?

Roberto, la tua attività è tutta all’ insegna delle discipline provenienti dall’Oriente. Istruttore di Yoga e di Shiatsu, cintura nera di Karate, appassionato di Reiki e di Campane Tibetane. Come nasce il tuo legame con questa cultura così affascinante, ed allo stesso tempo così lontana dai nostri – frenetici – ritmi occidentali?
Innanzitutto grazie per l’ospitalità su questo sito. Fin da bambino sono stato attratto dalle discipline orientali. Ricordo che, con un po’ di difficoltà, convinsi i miei genitori a portarmi in una palestra per fare karate, ma la persona con cui parlammo mi consigliò vivamente di praticare judo, cosa che non volevo assolutamente, per cui non se ne fece nulla e dovetti lasciare il mio sogno nel cassetto.
Solo diversi anni dopo incontrai sul mio percorso due amici maestri di karate e, anche a causa di una delusione sentimentale, iniziai quella splendida arte marziale che ho poi praticato per ben 12 anni. Il karate-do diventò in quel periodo uno stile di vita e, più che la parte agonistica (il mio miglior risultato fu un 4° posto ai regionali), mi affascinava la filosofia e la storia. Nel frattempo nacque in me anche l’interesse per i massaggi e, dato che mi dicevano essere bravo, pensai che si poteva iniziare a studiare seriamente e, tra le varie possibilità, scelsi lo shiatsu in quanto di origine giapponese e quindi affine al karate. Lo shiatsu mi appassionò a tal punto che ricordo fare trattamenti di tirocinio alle undici di sera o dopo intense giornate passate sulla neve agli amici che, felicemente, ricoprivano il ruolo di “cavia”. Mi sono diplomato operatore shiatsu nel ’98, presso l’Accademia Italiana Shiatsu-do, e nel 2001 sono diventato istruttore della stessa scuola. Posso tranquillamente dire di “avere nei pollici” migliaia di trattamenti e di saper gestire e affrontare qualunque tipo di situazione mi si presenti.
Nel 2003 ho poi iniziato ad avvicinarmi allo yoga in maniera…particolare. Infatti mi capitò tra le mani una videocassetta ( che ho ancora!) e dopo averla vista mi dissi :”ma io queste cose le faccio da vent’anni!”; erano infatti esercizi che praticavo dai tempi del karate e addirittura tutte le mattine prima di andare al lavoro. Da lì iniziai ad approfondire la pratica, prima con altri video, e in seguito con dei corsi per insegnanti. In uno di questi ho avuto la fortuna d’incontrare il M° Roberto Milletti, considerato dalla rivista “Om Yoga Magazine U.K.” come uno dei tre leader mondiali in nuove forme di yoga, e fondatore di Odaka Yoga, uno stile che mixa la filosofia zen, le arti marziali (eccole!) e naturalmente lo yoga, prendendo spunto dall’osservazione dell’oceano e di tutte le sue dinamiche o onde. Anche per lo yoga grande passione e dedizione, prima nella pratica e poi nell’insegnamento. Odaka Yoga è lo stile che insegno, sono l’unico a Torino, e che sento “profondamente” mio.
“Yoga per Knitters e Creativi” è la rubrica che curi in sinergia con il blog di Emma Fassio, che avevo intervistato recentemente per Dire Fare Mole, e che mi ha portata a conoscere la vostra splendida realtà. Come è nata la vostra collaborazione, e l’originale idea di accostare pratiche apparentemente differenti come lo Yoga e lo Knitting?
Con Emma Fassio ci siamo conosciuti all’Isola 108, il centro di shiatsu yoga e pilates che abbiamo aperto da un anno in corso Trapani 108. Emma ha iniziato a frequentare i miei corsi di Odaka Yoga e se ne è subito appassionata. Un giorno mi chiese se potevo intervenire su un suo dolore al polso, dovuto al troppo “sferruzzare” e da lì è nata l’idea di questa rubrica che oserei definire unica, in quanto rivolta a una nicchia ben precisa e particolare.
Ho quindi creato una serie di video tutorial dove affronto i disagi dovuti al lavoro di knitting dando delle soluzioni semplici e alla portata di tutti. Questi video si possono vedere sul blog di Emma (http://emmafassioknitting.blogspot.it/) e sulla mia pagina YouTube shiatsutorino cercando “Yoga per Knitters e Creativi”.
Inoltre secondo il mio parere il lavoro a maglia ha forti implicazioni yogiche, in quanto è un’attività che ti aiuta a staccare dalla quotidianità e a liberare la mente dai soliti pensieri “disturbatori”; come hai detto giustamente tu sono due attività solo apparentemente differenti!
Quali sono i tuoi progetti in serbo per il prossimo futuro?
Il progetto più importante che ho in questo momento è la stesura di un manuale che sarà dedicato, indovina un po’, allo Yoga per Knitters e Creativi. Sarà molto fotografico, verranno spiegati nel dettaglio numerosi esercizi per il nostro benessere e ci saranno foto bellissime di yoga scattate in diverse parti del mondo. Inoltre si potrà imparare a …sorpresa!
Un altra cosa che ho in serbo è la collaborazione con studi professionali o piccole imprese per portare al loro interno le mie attività di shiatsu e yoga per combattere lo stress da lavoro correlato e aumentare la produttività dei dipendenti.
Roberto e Torino: quali sono i tuoi luoghi del cuore?
Torino la amo. Ritengo che tutta la città sia il luogo del cuore. Nel dettaglio il mio quartiere, Cit Turin, con le sue case stile Liberty e la sua tranquillità; le passeggiate in centro, via Garibaldi e via Roma e, spostandomi un po’ in periferia, lo stadio Filadelfia, “culla” del Grande Torino, con il suo famoso cortile dove potevi parlare con i giocatori (carina la battuta:”se il Bernabeu avesse il cortile sarebbe un piccolo Filadelfia”) e la curva Maratona, quella degli anni 80/90, allora considerata la curva più bella d’Europa dalla rivista francese “Onze”.
Ringraziando ancora per la disponibilità auguro a tutti i lettori una buona vita!
E per chi volesse maggiori informazioni sulle attività di Roberto :
