Continua la passeggiata sulla scia delle parole dedicata ai miei luoghi del cuore della provincia.
La scorsa settimana vi avevo raccontato le bellezze e la storia di Pinerolo e Avigliana; oggi concludo il nostro piccolo viaggio “fuori Mole” con Moncalieri e Susa.
Pronti … via!
Le prime tracce documentali risalgono infatti al 1228, quando Moncalieri fu fondata da un gruppo di abitanti di Testona, attuale frazione della cittadina. Dopo l’annessione ai territori dei Savoia, la città seguì le sorti della casata regnante, diventando anche celebre sfondo dell’emanazione del proclama di Moncalieri, il manifesto del 1849 enunciato da re Vittorio Emanuele II proprio dal Castello moncalierese.
Moncalieri è anche sede di una storica stazione meteorologica, una delle sei presenti in Italia. L’osservatorio si trova su una torretta sopra il Real Collegio Carlo Alberto, edificio dove studiavano i rampolli di Casa Savoia. Fondato nel 1859 da padre Francesco Denza, conobbe un lungo periodo di degrado, sino agli anni ’90 del XX° secolo, quando fu riportato in auge dal noto meteorologo Luca Mercalli.
Cosa vedere:
- Il Castello di Moncalieri è il simbolo della città. Residenza Sabauda e Sito Unesco, è sede di una caserma dei Carabinieri e visitabile a seconda dei periodi di apertura. Fu molto amato e frequentato dalle quote rosa dei Savoia: iniziando dalla duchessa Jolanda, che nel xv° secolo trasformò quello che era inizialmente un fortino militare in una dimora nobiliare e villa di delizie, continuando con le più recenti Maria Clotilde di Savoia e Maria Letizia Bonaparte, che ne fecero loro residenza insieme a tante altre principesse della Real Casa. Come ogni maniero che si rispetti, anche qui aleggiano leggende su fantasmi di alto lignaggio … che potete scoprire nel mio articolo Chi ha paura di Torino?!
- Piazza Vittorio Emanuele II è il fulcro storico di Moncalieri. Attorno alla statua del Nettuno (o Saturnio), troviamo diversi importanti edifici, fra cui il Palazzo Comunale, la chiesa di San Francesco, e molti palazzi nobiliari, come Palazzo Duc. Notevole la romanica collegiata di Santa Maria della Scala, che conserva le spoglie del patrono, il Beato Bernardo di Baden. La storia del patrono di Moncalieri ha un che di “fiabesco”: Bernardo era un nobile tedesco, erede di un’importante casata imparentata con gli Asburgo. Dalla Germania, dove nacque nel 1428, viaggiò nelle varie corti europee come diplomatico dell’impero. E fu durante uno dei suoi viaggi che si ammalò gravemente: dopo aver contratto la peste a Genova, morì a Moncalieri mentre era sulla strada del ritorno verso Baden, il 15 luglio 1458. Nel corso delle sue esequie avvenne il primo miracolo, che portò poi alla beatificazione di Bernardo nel 1769.
- Al civico 20 di via Real Collegio si trova un particolarissimo museo, dedicato ai … fischietti! Il Museo dij Subièt si ispira alla più famosa fiera di Moncalieri, istituita nel 1286 e di diritto una delle più antiche del Piemonte intero. Raccoglie circa 1500 fischietti, raccolti sin dal 1865, ed esposti in sezioni distinte a seconda del materiale con cui sono stati realizzati.
Sosta dolce : pasticceria Rivetti, via San Martino 1

Susa Termino con il posto del cuore … più del cuore di tutti! Susa è la regina dell’omonima valle, un gioiello alpino di inestimabile valore. Per le sue viuzze, per le sue strade, ovunque si vada, si respira il suo millenario passato: accanto alle vestigia celtiche e romane dell’antica Segusium – capitale del regno dei Cozii poi volontariamente sottomessa a Roma attraverso il patto fra Cozio e Augusto – qui c’è il nucleo del potere dei Savoia in Piemonte. Nacque infatti a Susa Adelaide, figlia di Olderico Manfredi marchese di Torino. Proprio grazie al matrimonio di Adelaide con Oddone di Savoia, figlio del capostipite Umberto Biancamano, la dinastia sabauda si insediò al di qua delle Alpi. Era l’anno 1045: il resto, è storia!
Sono innamorata di questo piccolo scrigno da dove si sente già l’odore della montagna. Non a caso, in passato Susa era chiamata la porta delle Alpi: luogo da secoli legato a due delle principali vie di passaggio del territorio, quella del Moncenisio e quella del Monginevro, entrambe diramazioni della famosa via Francigena.
Anche Susa ha una tappa golosa obbligatoria. La focaccia dolce, nota semplicemente come focaccia di Susa, è il prodotto tipico della valle, consumato soprattutto durante le festività natalizie. Io ve la consiglio sempre! Genuina e dal gusto naturale, come i dolci di una volta, la focaccia si trova sia in versione “basic” che ripiena di cioccolata o di marmellata. Non tornate da Susa senza averne assaggiato un pezzo!
Cosa vedere:
- Le tracce romane dell’antica Segusium sono imperdibili. Partendo dal monumentale Arco dedicato ad Augusto, uno dei quattro presenti in Italia insieme a quelli di Aosta, Fano e Rimini. Fu edificato fra il 9 e l’8 a.c. lungo l’allora via Cozia per celebrare il patto stretto fra l’imperatore di Roma e Cozio. Nei pressi, troviamo i resti dell’acquedotto, noto anche con il nome di Terme Graziane, e poco più in là l’Anfiteatro, riscoperto negli anni ’60 del XX° secolo. Susa conserva anche tracce ben conservate di porzioni di cinta muraria romana e di due porte, porta Savoia e Porta Piemonte, integrate in epoche successive nel tessuto cittadino.
- Dicevo poco sopra dell’importanza, per Susa e per il Piemonte intero, della figura di Adelaide, contessa di Susa e Torino. Proprio al suo nome è legato il Castello, che sorge su un rilievo accanto all’ Arco e all’ acquedotto. Costruito probabilmente al tempo dei Cozii, diventato poi con i romani sede del Palazzo del Praetorium, vide la nascita di Adelaide verso gli inizi dell’anno 1000. Si può affermare che il Castello sia la prima vera e propria Residenza Reale sabauda mai esistita: qui infatti la contessa accolse il suo sposo, Oddone di Savoia, portandogli in dote il vasto territorio che si estendeva dal Moncenisio a Torino, e qui installò la sua corte. Rimaneggiato nel corso dei secoli, il maniero ospitò diverse “celebrities” della storia – come San Francesco ed il Cardinale Richelieu – per poi essere trasformato in edificio scolastico durante l’occupazione napoleonica. Attualmente le sue sale ospitano un museo civico, recentemente riaperto al pubblico, sulla storia di Susa, il suo legame con i valichi e la sua identità di crocevia alpino.
- E a proposito del passaggio di San Francesco per Susa, avvenuto nel 1214, non si può non nominare il convento a lui dedicato. Tradizione vuole che fu proprio il santo patrono d’Italia ad aver dato l’impulso per la fondazione dell’edificio ecclesiastico, donando una manica della propria tonaca a Beatrice di Savoia, consorte di Tommaso I; in cambio chiese alla nobildonna un terreno, dove costruire un convento per i frati del suo ordine. Verità o leggenda? I documenti non lo dicono, ma effettivamente la manica c’è, ed è conservata come reliquia presso la Chiesa dei frati Minori Cappuccini ad Annecy, in Francia. Un’altra chiesa simbolo di Susa è la Cattedrale di San Giusto, sede vescovile dell’omonima diocesi, situata nei pressi di Porta Savoia. Imponente edificio in stile romanico, con un campanile alto 51 metri che svetta sul centro storico della cittadina, il complesso risale al 1027, anno in cui Olderico Manfredi, padre di Adelaide, fondò qui un’abbazia benedettina. Nel 1772, ormai priva di funzioni monastiche, venne elevata a Cattedrale.
Sosta dolce: pasticceria Pietrini, piazza De Bartolomei 10
Dire Fare Mole vi ha presentato i suoi quattro paesi della provincia preferiti . Quali sono i vostri? Scrivetemi i vostri luoghi del cuore fuori Torino, le emozioni che vi suscitano e gli itinerari da percorrere. Il viaggio alla scoperta della provincia torinese è appena iniziato!
