Ebbene sì, ho tradito. Ho tradito i miei adorati Ravioli del Plin con un piatto di Carbonara, e mi è pure piaciuto.
Anche una blogger votata alla sabaudità ha le sue debolezze – specialmente quando si tratta di buona tavola – e sono qui per raccontarvi di quando, pochi giorni fa, le mie papille gustative piemontesi sono andate in “Vacanze Romane” per una serata. Restando a Torino!
Lo scenario dove si è consumato il misfatto è Eataly Lingotto, posto sinonimo di enogastronomia d’ eccellenza e di tradizione torinese (come vi ho raccontato agli albori del blog, questo edificio era la sede storica della Carpano, azienda produttrice del Vermouth). Accompagnata dal mio complice compiacente e compiaciuto noto al pubblico come #direfarefidanzato, ho ceduto alle lusinghe dei sontuosi piatti della migliore tradizione laziale, una sinfonia di sapori veraci orchestrati dallo chef Massimo Pulicati.
Impossibile non notarlo: Massimo è un omone dalla voce potente e dal sorriso contagioso che sprigiona simpatia capitolina da tutti i pori, in momentanea trasferta piemontese con il suo ristorante “L’ Oste della Bon’ Ora” di Grottaferrata, zona Castelli Romani. Il temporary restaurant itinerante ci delizierà sino al prossimo 14 luglio, in una sorta di scambio culturale italico che più saporito non si può.
La ghiotta occasione mi si è presentata sotto forma di invito da parte di Marta, founder di Foodda Communication, che mi ha permesso di tuffarmi nelle prelibatezze romane a pochi passi da casa. Curiosi di sapere cosa ci ha preparato il buon oste insieme alla sua brigata? Eccovi accontentati!
L’ ouverture era affidata alla colorata Panzanella, piatto tipico dell’ Italia centrale a base di verdure tritate a crudo e pane raffermo, rivisitata da Massimo attraverso l’ utilizzo del pane carasau. Un mix irresistibile fra sapori laziali e sardi per un antipasto leggero e fresco, che io e il futuro marito abbiamo tentato di replicare a casa l’indomani.
I primi? Una pastaiola come me ha gioito di fronte alla vista di due super piatti di pasta fenomenali. Una Carbonara a regola d’ arte, con guanciale e uovo sbattuto simile ad una crema, e una Cacio e Pepe morbida e stuzzicante al palato, entrambe con spaghetti all’ uovo spessi e corposi.
Ai secondi di solito ci arrivo con enorme fatica, però come al solito non riesco a dire di no davanti ad una prelibatezza. Il profumo degli Straccetti della Granda alla Cacciatora era inebriante quanto il loro sapore, mentre per la Trippa alla Romana mi sono affidata al parere della mia dolce metà che ha alquanto apprezzato il gusto rustico della pietanza.
In chiusura, ecco due dessert al cucchiaio serviti in un calice: un cin cin dolcissimo per una coppia di inguaribili golosi! La Cheesecake alle fragole era fresca e fruttata, ma ho davvero gioito di sorpresa all’ assaggio della Crema di Maria Luisa, moglie di Massimo, una crema gialla dalla delicata fragranza di limone superlativa. La semplicità premia, e fa innamorare. Così come noi ci siamo innamorati de “L’ Oste della Bon’ Ora”.
Ps: adesso, come faccio a ri-propinare la mia scarsissima versione casalinga della Carbonara al #direfarefidanzato? Oste, dammi qualche ripetizione!
L’ Oste della Bon’ Ora
La cucina tipica romana a Eataly Lingotto
Fino al 14 luglio 2017 | Aula 1
Pranzo: dalle ore 11.45 alle ore 15.15
Cena: dalle ore 18.45 alle ore 22.15
www.eataly.net/it_it/negozi/torino-lingotto/oste-della-bon-ora
[photo credits: Dire Fare Mole]