#DonneDelVino, il lato rosa del vino piemontese: Federica, VinYoga e una vigna in rinascita

“Ho una storia per te. Ti va di raccontarla sul blog?”.

Questo è senza dubbio l’incipit delle mail che preferisco, nonchè il modo più bello per conoscere storie di donne combattive e sognatrici come Federica. Con Federica condivido il nome e il desiderio di lasciare un segno tangibile, trasmettendo amore e consapevolezza attraverso le nostre passioni. Per me la scrittura, per lei lo Yoga. E VinYoga. Cosa c’entra il vino con lo Yoga? E perchè un’insegnante di questa disciplina si trova nella rubrica dedicata alle #DonnedelVino? Nelle prossime righe scoprirete quanto i due mondi siano profondamente legati per Federica. E quanto sia bella la sua storia, una storia che ci parla di radici reali e radici familiari, di un paesino della Langa più vicina alla Liguria, di un’antica vigna da salvare e far rinascere. Come una fenice di tralci e grappoli illuminati dal sole e accarezzati dal vento che soffia piano fra le colline.

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Parlaci di te e di come sei arrivata a diventare una #DonnaDelVino!

Immagina trent’anni fa, un pranzo della domenica in Alta Langa, la famiglia attorno al tavolo, il putagè che scoppietta e mio nonno di nascosto da tutti mi versa due dita del suo dolcetto nel bicchiere sussurrandomi: “Bevi che fa bene! (baiva che t fa bagn!)”.

Delle numerose vigne di famiglia a Murazzano oggi ne è rimasta solo una. Piccola e preziosa, perché è il ponte tra il passato e il futuro. Fino all’anno scorso è stata curata da mio padre aiutato da me e due zie che, dall’anno scorso, hanno deciso di dedicarsi al riposo che richiede la loro età. Una sera di gennaio papà mi comunica che avrebbe fatto estirpare le piante e io ho pensato: Nooo!

Ho sentito che non era la cosa giusta da fare e quindi mi sarei presa la responsabilità di continuare a fare vino. Tutta la famiglia mi ha creduta pazza, ma sono abituata ad andare contro corrente: è la mia natura!

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Il gioco si fa serio: ho iniziato a prendermi cura delle piante. Con amore e fatica. Perché è stato un anno tanto faticoso. Troppa pioggia, il verderame non penetrava. I tralci crescevano troppo velocemente rispetto al mio ritmo di lavoro. A metà luglio la vigna era ammalata e il mio morale sotto i piedi.

Alcuni amici esperti produttori di vino mi hanno incoraggiata, dandomi sostegno e consigli. Ho continuato imperterrita a caricarmi 80 litri di acqua sulle spalle, mescolando il verderame recitando mantra per dare forza alle viti e a me, spruzzando con la macchinetta a mano, parlando alle piante, perché la mia stanchezza e la tristezza non interferissero con loro.

A settembre ho vendemmiato acino per acino, salvando il salvabile. 50 kg di puro amore. Il 10% di una produzione normale.

L’anno prossimo sarà migliore!

Come si svolge di solito la tua giornata lavorativa?

Nei periodi in cui la vigna richiede cura organizzo la settimana in base alle previsioni del meteo. Prendo ferie dal mio lavoro a Torino e di buona mattina, dopo la mia pratica yoga quotidiana, mi dirigo a Murazzano. Trascorro più tempo possibile nella vigna, finché c’è luce. Poi ritorno a Torino, consapevole di aver trascorso la giornata dove desiderava il mio cuore.

Quando lavoro tra i filari sto meditando. Quando bevo un bicchiere di vino fatto con il cuore e in armonia con la Natura faccio un’esperienza multisensoriale. Non vedo solo il colore del vino, ma sento la forza del sole, il profumo della terra, il gusto del territorio, i rumori del posto, il vento che accarezza i tralci.

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Tutto questo mi connette all’altra mia grande passione: lo yoga e la meditazione. Per questo ho creato insieme ad un’amica sommelier e ad una produttrice di vino VinYoga, un evento nel quale accompagniamo i partecipanti in un’esperienza sensoriale per scoprire il lati nascosti del vino attraverso lo yoga e la meditazione.

Vi invito a fare questo viaggio con noi!

Vino e turismo: consigliaci un percorso di esplorazione per una gita nel tuo territorio!

Natura, tradizione e spiritualità. Murazzano si trova in Alta Langa, una terra incontaminata, dal carattere autentico e un po’ selvatico.

La Natura è protagonista indiscussa. Tanti boschi dove passeggiare, respirare a pieni polmoni e sentire il profumo dell’aria che cambia con le stagioni. La vista viene rapita da panorami mozzafiato. La sera il Monviso accompagna il calar del sole.

I borghi sono semplici, ciascuno con le proprie specialità. Le osterie e trattorie locali sanno appagare pance e palati con i sapori genuini della tradizione. Tra le chiesette locali e i monasteri cristiani, hanno scelto di risiedere tra queste colline anche un centro buddhista e un ashram induista.

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Il tuo vino preferito è… 

È il vino che racconta una storia, che racchiude la terra dalla quale nasce.

È il vino fatto in sintonia con la Natura… e con il Cuore.

Facebook: VinYoga

Instagram: Magnolia Samadhi

[photo credits: Federica Magnolia Samadhi]

 

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